La mancanza di insegnanti di sostegno per alcuni alunni disabili o che necessitano di un docente d’appoggio sta creando nell’ultimo periodo non poche situazioni di difficoltà e disagio. L’ultima in ordine di tempo è quella verificatasi a None, comune situato nell’area metropolitana di Torino.
Alla scuola elementare Rodari infatti la solidarietà degli scolari per un loro compagno di classe rimasto senza insegnante di sostegno è sfociata in una pacifica protesta davanti all’istituto. I piccoli manifestanti sono rimasti circa trenta minuti davanti alla scuola con cartelli scritti a mano direttamente da loro, e rigorosamente alla distanza prevista di un metro. Purtroppo si tratta dell’ennesimo caso di protesta pubblica dopo quelli registrati nei giorni scorsi anche a Perugia e Varese, che coinvolgono bambini che rimangono senza il necessario sostegno.
Scolari in protesta a None
È durata poco più di mezzora la pacifica protesta a cui lunedì hanno preso parte i giovani studenti dell’istituto elementare Rodari di None, in provincia di Torino. Gli scolari, muniti di cartelli contenenti mirati messaggi, hanno sostato, rigorosamente rispettando il distanziamento sociale, di fronte alla loro scuola. Motivo del sit in improvvisato era quello di mostrare la propria vicinanza e solidarietà al compagno rimasto senza il proprio insegnante di sostegno.
Come spiegato dalla mamma del bimbo, la mancanza di una nomina che permetta di inquadrare e selezionare un docente di sostegno fisso per affiancare suo figlio, fa si che per le 16 ore settimanali che il piccolo deve passare a scuola continuino ad alternarsi figure professionali differenti. Questa condizione di rotazione continua determina chiaramente confusione nel bimbo, e costringe così i genitori a tenerlo spesso a casa.
None, l’ultimo episodio di una protesta annunciata
La situazione già drammatica e fortemente confusa che la scuola sta purtroppo vivendo in questi giorni si aggrava di un’ulteriore drammatica componente che sta nelle ultime ore attraversando da nord a sud tutta l’Italia. L’episodio di None rappresenta infatti soltanto l’ultimo di una tristemente lunga serie che aveva già coinvolto anche Perugia nel mese di settembre.
Qui, presso l’istituto Comprensivo 12, mamme e bambini hanno sfilato con al collo cartelli di cartone su cui si poteva leggere “la scuola è un diritto di tutti“. L’indignazione dei manifestanti era sorta dall’impedito rientro tra i banchi degli alunni disabili, a causa della mancanza di insegnanti di sostegno. L’istituto in evidente difficoltà numerica aveva infatti comunicato pochi giorni prima che tutti gli scolari seguiti da un docente di appoggio non avrebbero ripreso l’attività in aula. Dopo le difficoltà sociali derivanti dal lockdown e dalla forzata mancanza della scuola, per questi bimbi rischia così di riaprirsi un pericoloso periodo di isolamento.
Tutti uniti per chi (non) ha l’insegnante di sostegno
Anche a Varese sono scesi in campo sindacati, presidi e l’Ufficio Provinciale, per risolvere una problematica grave e molto delicata. Tante le azioni di solidarietà e di partecipazione sociale che ha registrato il web, e che si sono concretizzate davanti a molte scuole. Alcuni genitori hanno appunto sfilato insieme ai figli davanti ai cancelli degli istituti con cartelli dal chiaro messaggio di protesta. Altri hanno preferito mostrare la loro comprensione per chi non ha ricevuto il giusto sostegno non mandando i propri figli a scuola. L’indignazione e la tristezza che deriva da questa assurda situazione verranno ora al più presto gestite e, si spera, risolte, dagli organi competenti. L’unanime grido che si alza da None, da Perugia e da Varese, è infatti quello che condanna episodi di discriminazione come quelli purtroppo di recente accaduti.
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