I bambini, l’unico esempio possibile

Pare impossibile, eppure gli unici che sembrano aver capito sono proprio loro. I bambini, l’unico esempio possibile.

Gli unici che non si lamentano. Che fanno quel che devono. Che, nonostante dovrebbero pensare solo ad essere spensierati e giocosi, sono ligi alle regole.

Sempre.

Che non vivono pensando alla libertà che gli è stata sottratta ma al fatto che solo comportandosi bene se ne uscirà.

I bambini, anche in questo frangente, sono ottimisti, speranzosi.
Resilienti.

Sono pazienti. Aspettano, sperano ma nel frattempo calzano la mascherina come devono, si lavano le mani, si guardano a distanza con i loro compagni di banco. Sanno che non possono abbracciare i nonni.

E non chiedono il perché. Lo hanno già fatto. Hanno capito la risposta. E introiettato le regole di comportamento.

Il perché è presto detto: è così che ci si deve comportare se vogliamo sconfiggere il virus restando in salute.

È bastato dirlo, spiegare, immergerli in una realtà nuova e fin da subito è stato come se quella fosse la realtà di sempre: l’unica possibile. Almeno, finché non si potrà averne un’altra.

Questo a loro basta, anche quando a noi adulti non basta affatto.
Loro credono che comportandosi bene, davvero tutto andrà meglio.

Loro sono la nostra parte migliore, ancora una volta.

L’unico esempio possibile. Hanno sempre saputo che la strada era una e unica: quella di far bene noi per non danneggiare gli altri. Per proteggere anche chi da solo non può farlo.

Per questo, quando tutto le certezze intorno a noi sembrano sbriciolarsi è a loro che dovremmo guardare. Al loro ottimismo, alla loro resilienza. A loro che sono il nostro futuro. E per fortuna.

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