Contro tendenza rispetto alle numerose notizie sullo sfruttamento di manodopera, sottopagata e costretta a ritmi di lavoro estenuanti nelle colture intensive, dalla Puglia arriva una bella notizia!
È nato il progetto Equapuglia, che, volto a contrastare il lavoro nero non regolato contrattualmente, rilascia un bollino “Equapuglia no lavoro nero” a tutte quelle aziende che dimostrano di non sfruttare i propri lavoratori.
Questo è un passo importante nella lotta all’illegalità e un marchio di trasparenza e di tutela dei diritti, oltre che sinonimo di qualità del prodotto.
Equapuglia incentiva le aziende (che vengono iscritte alla White List) a mettere in regola i lavoratori stagionali, per lo più migranti, impiegati nella raccolta dei pomodori, con contributi che arrivano fino a 500 €, per garantire alla manodopera un periodo minimo di impiego e condizioni dignitose.
Equapuglia ha anche stretto un’intesa con i principali nomi della GdO (Grande Distribuzione Organizzata) che, rifornendo gli scaffali di prodotti etici, offrono anche a noi consumatori la possibilità di contribuire alla lotta all’illegalità. Al momento, però, solo il 7% della vendita avviene tramite le grandi catene di supermercati. La maggior parte di prodotti si trovano nei mercati e nei piccoli negozi. È buona norma, quindi, per contribuire a una società più etica e solidale, fare la spesa con attenzione. Tutti, infatti, possono essere artefici di una giustizia etica e sociale, perché il cambiamento viene dal basso.
Ecco perché, nella spesa di tutti i giorni, dobbiamo scegliere i prodotti con il bollino Equapuglia, come ad esempio i pomodori pelati di Capitanata (provincia di Foggia), l’ingresso più recente nel gruppo, raccolti senza sfruttamento.
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