Può capitare che il bambino, invece che utilizzare il classico “mamma”, inizi a chiamare la propria mamma con il nome di battesimo.
Questo fatto può disorientare i genitori, ma in realtà non c’è da preoccuparsi!
Chiamare la mamma per nome. Ecco perché succede
Mamma è probabilmente la primissima parola che vostro figlio imparerà, quando inizierà con la lallazione e più avanti. È un “fonema primordiale”, che vede l’avvicinarsi delle labbra (con il conseguente suono “ma-ma” che accomuna numerose lingue indoeuropee).
Nonostante questo, può infatti succedere quando la madre non insiste in forma linguistica sulla determinazione del proprio ruolo: in parole povere, non dice spesso certe espressioni come “non dai un bacio alla mamma”, oppure “guarda la mamma cosa ti ha preparato da mangiare”, ma limita la parola “mamma” ad alcune isolate situazioni nella comunicazione nel figlio.
È molto probabile che anche il papà non insista sulla locuzione “mamma” ma che chiami la moglie e la partner con il suo nome di battesimo: in questo caso il bambino si limita a copiare la figura genitoriale, non sta ad indagare sui ruoli madre/padre.
Una reale mancanza di affettività palese o latente
Molto diverso è il caso in cui la madre percepisca realmente una distanza verso il figlio e non rimarchi il suo ruolo di madre a partire dalla linguistica e da quel suono intimo e materno.
Spesso, il bambino può confondersi e chiamare con il nome di “mamma” la nonna, perché probabilmente trascorre molto tempo con lei se la madre lavora; capita anche con il padre, per il medesimo motivo.
Il consiglio della psicoterapeuta è quello di rimarcare più spesso l’appellativo materno, anche all’interno di frasi fatte, del quotidiano, in modo da dare al piccolo un punto di riferimento linguistico, oltre che emotivo.
Gli adolescenti che chiamano la madre con il nome di battesimo
Può capitare molto spesso, invece, che siano gli adolescenti a dimenticarsi o a mettere da parte l’appellativo di “mamma” in un momento preciso della loro crescita psico-emotiva e cognitiva, cioè il difficile passaggio dell’adolescenza.
In questa fase il giovane cerca in tutti i modi (e a tutti i costi) di auto-determinarsi come individuo e come adulto, a partire dalla sua indipendenza fino al distacco dal cordone ombelicale materno.
Per questo motivo può accadere che un adolescente cominci a chiamare la propria madre con il nome di battesimo.
In tutti i casi più comuni, comunque, non c’è da allarmarsi: il consiglio che ci viene dalla psicologia è quello di provare a ridimensionare e riequilibrare i tempi e la presenza, ritrovando un dialogo con il proprio figlio. Nei primi anni dell’infanzia, invece, trascorrere qualche ora in più con il bimbo, al posto della baby sitter e della maestra, può recare solamente benefici.
Ritagliarsi del tempo da condividere con i propri figli (scegliendo la qualità piuttosto che la quantità) è una necessità che molte mamme spesso dimenticano, ma è vitale nella crescita del bambino. Basta un film insieme, un pomeriggio di giochi, una favola letta prima di dormire.
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