A fare i genitori non te lo insegnano, è vero. E a voler essere del tutto sinceri, non ti dicono mai del tutto nemmeno quanto difficile sarà esserlo, diventare all’improvviso il punto di riferimento per qualcuno, fingere di essere saldi al comando quando invece siamo smarriti proprio come tutti.
Come lo eravamo un attimo prima, quando sapevamo di essere solo figli.
Non esistono manuali d’istruzione, non ci sono scuole, e anche i racconti tramandati a voce perdono nel tempo di forza e veridicità.
Tutto quel poco che so sull’essere madre a me lo ha insegnato l’empatia delle altre madri, dei padri, delle persone in genere.
Di chi ha capito che per questo ruolo io non mi sentivo affatto pronta.
Anche l’ostracismo delle mamme bene, qualcosa me lo ha insegnato e nello specifico a non pensare mai che la ragione sia una e una sola.
Chi ha voluto insegnarmi a fare la madre è chi, alla fine, mi ha fatto capire che io non sarei mai stata quel tipo di madre lì, che avevo bisogno anche dei miei spazi e soprattutto che non c’è un unico modo buono di essere genitori.
Questo l’ho imparato a furia di vedere altre donne che sapevano essere più capaci di me, che mi hanno giudicata e fatta sentire sbagliata.
L’empatia di tutti gli altri mi è servita invece per perdonarmi e per diventare il buon genitore che provo ad essere oggi.
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