Arriva dai ricercatori di Filadelfia una bella notizia in tema di coronavirus. Lo studio pubblicato da Jama Paediatrics infatti avrebbe dimostrato come una madre positiva al Covid si possa trasformare in un veicolo del vaccino per il feto.
Ogni mamma che in gravidanza risulti colpita dal virus SARS-CoV-2 sarebbe infatti in grado di trasmettere al suo piccolo prossimo nascituro alcuni anticorpi protettivi che fungerebbero da vaccino. Scopriamo insieme qualcosa in più al riguardo.
Vaccino al Covid attraverso la placenta della mamma
Non sono ancora certe ma sicuramente confortanti le notizie che la dottoressa Karen Puopolo e tutta la sua equipe di ricerca ha potuto portare a molti futuri genitori.
Sembra infatti che lo studio condotto a Filadelfia confermi che una futura mamma positiva al Covid possa passare specifici anticorpi al proprio feto attraverso la placenta.
In questo modo i piccoli neonati sarebbero in pratica già vaccinati contro il virus e potenzialmente immuni. Si tratta ovviamente ancora soltanto di ipotesi che vanno confermate e comprovate da ulteriori test ed analisi più accurate. Responsabili di questa immunità ereditaria sarebbero alcuni anticorpi protettivi che migrerebbero dalla mamma al piccolo attraverso il canale placentario.
Lo studio di Filadelfia
La squadra di ricerca della dottoressa Puopolo ha sottolineato come i rischi per una mamma in gravidanza che contragga il Covid in forma importante siano più alti rispetto a una paziente non incinta.
In particolare donne in gravidanza contagiate vedono aumentare il rischio di un parto cesareo d’urgenza, di un possibile sanguinamento posteriore alla nascita, di un parto prematuro o di una pressione sanguigna decisamente elevata.
Le indagini dei ricercatori però hanno evidenziato anche che nel cordone ombelicale di oltre il 70% dei neonati sia già presente in quantità significativa l’anticorpo al virus.
Lo studio ha coinvolto oltre 1400 donne negli ultimi mesi di gravidanza. Tra aprile ed agosto queste donne incinte sono state monitorate e tra le pazienti risultate positive al virus ben il 72% ha mostrato la presenza nel cordone ombelicale di questi anticorpi protettivi.
Sembra inoltre che il quantitativo di anticorpi ereditati dal bambino sia in numero superiore o inferiore in modo proporzionale al numero degli stessi presenti nella neo-mamma.
Purtroppo al momento le indagini sono legate ad un numero ancora troppo esiguo di test, e sono concentrate soltanto negli ultimi mesi di gravidanza con un contagio risalente a 2-3 settimane prima del parto.
Che gli effetti positivi si possano estendere anche ai bambini nati molti mesi dopo che la mamma abbia contratto il virus sembra però confermato da uno notizia già dello scorso novembre, quando a Singapore una donna che aveva avuto il Coronavirus a marzo ha partorito un bimbo sano, negativo al virus e già con gli anticorpi presenti nel suo organismo.
La dottoressa Puopolo perciò afferma che non è ancora possibile dire con certezza che questi neonati portatori ereditari di anticorpi al virus siano effettivamente e completamente immuni.
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