Per ogni mamma, il figlio fin dalla sua nascita rappresenta tutto il suo mondo. La stessa cosa vale per il neonato che, specialmente durante i suoi primi mesi di vita, dipende totalmente da lei. Stando ventiquattro ore su ventiquattro insieme al bambino, accade poi che la mamma ad un certo punto arrivi a sentire una spiacevole sensazione di “soffocamento” e ad infastidirsi anche per un semplice abbraccio.
La tenerezza e l’affetto nei confronti del piccolo è tanta, ma ad un certo momento tutto questo contatto fisico costante diventa troppo da sopportare. Non bisogna allarmarsi, in quanto queste sensazioni sono abbastanza frequenti e del tutto normali. In America lo chiamano “overtouching”; in parole povere non è altro che la percezione di sentirsi “toccare eccessivamente” che assale una mamma verso fine giornata.
Quando poi rientra il papà dal lavoro e prova a fare una coccola affettuosa a sua moglie, la donna tenderà a scansarsi, quasi come se prendesse una scossa elettrica. Se dovesse accadervi non fatevi venire i sensi di colpa, perché non è un segnale di scarso amore per il partner e nè tantomeno per il figlio: è solamente un sovraccarico di emozioni e, in parte, pure un avvenimento naturale che riguarda l’aspetto ormonale e psicologico dopo il parto.
La richiesta costante di contatto fisico
Avere un’intimità con i nostri bambini è una cosa naturale; c’è da considerare però, che le donne sono cresciute in un contesto culturale che non le ha preparate a tutto questo. Gli è stato insegnato infatti, ad adattarsi alla solitudine e, di conseguenza non al contatto, limitando le effusioni, i baci e gli abbracci. Poi arriva il momento in cui viene richiesto il contrario, ossia completa disponibilità con un altro essere umano a cui il contatto con la mamma non basta mai. Quindi, non ci si deve stupire che si presentino momenti di insofferenza.
Superare in tranquillità la fase di overtouching
Quando si va incontro ad una fase delicata come quella dell’overtouching, tutto quello che potrebbe aiutare una mamma alle prese con il proprio bambino, potrebbe essere la presenza di persone amiche, in grado di ascoltare, capire e comprendere tutta la sua fatica, e soprattutto che provino a spiegarle che si tratta solamente di una fase transitoria che passera a breve, porgendole una mano senza mai giudicare. Inoltre, devono consentirle di ritagliarsi alcuni momenti soltanto per sè stessa, in maniera poi da affrontare più tranquillamente questa particolare fase della vita.
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