Accade molto spesso che i bimbi abbiano paura degli animali. Soprattutto per bambini dai 2-3 anni e fino ai 9 capita con grande frequenza che sia presente senza un motivo particolare o una causa scatenante un timore inconscio e profondo verso gli animali.
Occorre capire da genitore come comportarsi e cosa fare per risolvere questa paura, cercando di spiegare al proprio bimbo il modo giusto per entrare in contatto con gli animali e così eliminare un ostacolo che se non correttamente trattato può far sorgere una pericolosa e duratura fobia.
La paura degli animali
Fin dai 2-3 anni e in modo più forte nella fascia d’età compresa tra i 5 e i 9 quasi tutti i bimbi provano un timore notevole verso gli animali. Si tratta al pari di molte altre paure di qualcosa di assolutamente normale, che nasce dall’esplorazione costante che ogni bambino fa del mondo che lo circonda. In particolare tutto ciò che è sconosciuto, e in questo caso anche animato, rappresenta un potenziale pericolo.
La paura di fatto diventa una specie di forma di protezione che un bimbo mette in pratica davanti a realtà che ancora non conosce. Non c’è nella maggior parte dei casi un episodio spiacevole o terrorizzante che abbia determinato questa sensazione di paura, ma è necessario comunque per mamma e papà cercare di indagare al riguardo. L’incontro con un cane particolarmente deciso nel ringhiare, o la vista di un documentario molto impressionante, potrebbero aver scatenato nel bimbo un effetto anche di considerevole entità.
Origini ed effetti della paura degli animali
Come detto nella quasi totalità delle situazioni un bambino prova paura per gli animali perché si tratta di elementi che non conosce. Possono però esistere paure di origine genetica, che racchiudono un ulteriore e più profondo senso di protezione di sé. Riconducibili a questa categoria sono ad esempio la paura dei ragni, quella dei serpenti, o ancora quella di animali molto aggressivi che il tuo bimbo potrebbe aver incontrato o visto.
A volte queste forme di terrore si manifestano attraverso veri e propri sintomi fisici. L’ansia che la vista o il contatto con l’animale di cui si prova questo profondo timore provoca può indurre pianto, tremori, tachicardia, vertigini, nausea e sudorazione. Tutte queste paure possono diventare molto problematiche con la crescita del bimbo e possono far insorgere episodi di rifiuto, isolamento o difficoltà relazionale.
Quali comportamenti adottare
Diventa a questo punto di enorme importanza la figura dei genitori. Devono infatti essere mamma e papà ad indirizzare il comportamento del figlio, aiutandolo ad avvicinarsi in modo graduale agli animali che teme. Attraverso una costante e precisa spiegazione e grazie a parole gentili e gesti concreti è necessario far avvicinare il bimbo all’animale oggetto di timore, mostrando come non rappresenti in alcun modo un pericolo. Reagire viceversa con ansia e a nostra volta con paura di fronte al timore di nostro figlio non farà altro che accrescere l’agitazione del bimbo. Parole e gesti diventano perciò gli ingredienti fondamentali di un globale comportamento distensivo volto a spiegare in modo accurato come approcciare un animale, dove toccarlo e accarezzarlo, quali versi e movimenti può fare. Usare foto, immagini, film o comprare al bimbo giocattoli e peluche che raffigurino quell’animale specifico possono di certo dare una mano. Il bimbo si fida dei propri genitori che devono perciò dare il corretto esempio di avvicinamento e rapporto con ogni animale. Tutto questo processo va ovviamente gestito e condotto con una calibrata gradualità. In caso contrario il rischio è altrimenti quello di causare un trauma e far divenire una semplice paura naturale una vera e propria fobia profonda e difficilmente risolvibile.
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