Arriva dalla provincia di Bologna, e precisamente dalla scuola media di Vergato ‘Veggetti’, una storia che sa di buoni sentimenti, una di quelle che sembrano tratte dai libri a lieto fine, e che invece è tutta vera e tutta italiana. In una classe della scuola media c’è una bambina ipovedente, ma i compagni invece di emarginarla hanno voluto mettersi davvero nei suoi panni, imparando a leggere il braille.
Bologna: la storia della classe che ha imparato il braille
Sta facendo il giro del web, e davvero a buona ragione, la storia della classe di Vergato, che imparato il metodo di lettura per ipovedenti ‘braille’. Cosa può aver spinto dei ragazzini, di soliti restii ai compiti in classe, a mettersi alla prova con un compito tanto impegnativo? Non certo la paura di un brutto voto ma l’amore. L’amore e l’empatia di cui solo i bambini sono profondamente capaci. In particolare i ragazzini della scuola media hanno deciso tutti insieme di mettersi letteralmente nei panni di una loro compagna, purtroppo ipovedente. Quindi, via al corso di braille, già ribattezzato ‘corso di solidarietà’ dai media che se ne stanno occupando.
Il braille solidale: il nuovo concetto di scuola
Cosa si impara a scuola? A leggere e scrivere, certo, e anche a far di conto. Storia, matematica, geografia e via dicendo, ma la classe di Vergato ha dimostrato come si possa anche introdurre un nuovo concetto di apprendimento, che riguarda il mettersi nei panni degli altri, strada maestra verso la certezza di non sviluppare pregiudizi o ostilità verso il prossimo.
Tra l’altro, la bambina in questione è siriana e viene dalla guerra, da cui è scappata due anni fa con la sua famiglia.
Un paese nuovo, una nuova lingua, dei nuovi amici, e quell’ipovisione che rischiava di estrometterla da tutto.
Tranne che, a quanto pare, dall’amore dei suoi compagni speciali e di un’insegnante di sostegno che si è limitata a proporre loro di imparare il braille in segno di profonda empatia.
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