La didattica all’aperto sta ottenenedo sempre maggiori consensi, grazie ai numerosi vantaggi che offre. Esistono però anche alcune criticità.
Didattica all’aperto: i pro
Parchi, boschi e cortili possono trasformarsi in luoghi di apprendimento grazie ai sempre più frequenti progetti di didattica all’aperto. Secondo diversi studi i ragazzi sarebbero non solo più allegri, ma anche più concentrati e imparerebbero più in fretta.
Anche la salute dei bambini ne trarrebbe giovamento: muoversi all’aperto è sicuramente più salutare che stare seduti dietro un banco. Nelle stagioni più fredde è necessario attrezzarsi in modo più attento, ma le ricadute sulla salute sembrano comunque positive. Sempre più pedagogisti, psicologi ed insegnati si dichiarano entusiasti di questo nuovo metodo di insegnamento, che può rappresentare anche una valida alternativa alla didattica a distanza quando non è possibile restare tutti in classe, come avvenuto durante la pandemia in corso. In anni recenti i progetti di didattica all’aperto sono aumentati sia nel mondo che in Italia.
Criticità della didattica all’aperto
L’outdoor learning presenta molti aspetti positivi sia per gli studenti che per gli insegnanti, ma anche alcune criticità. Ragazzi di salute particolarmente cagionevole, ad esempio, possono avere problemi a restare all’aperto molto a lungo: basti pensare all’allergia ai pollini in primavera. Stare all’aperto significa anche maggiori rischi e pericoli per gli studenti. Gli incidenti sono in media rarissimi, ma rimangono più probabili che all’interno di una classe chiusa. A questo si aggiungono possibili ostacoli istituzionali, soprattutto dove le amministrazioni sono meno lungimiranti, come i permessi per l’utilizzo degli spazi o la copertura assicurativa di studenti e personale. Secondo tutti gli studi recenti però i lati positivi sembrano superare di gran lunga quelli negativi, tanto che i progetti di didattica all’aperto sono sempre più diffusi.
Il video della settimana