Mamme costrette a lanciare i propri bambini oltre i cancelli dell’aeroporto, superando il filo spinato, nella speranza che vengano presi in carico dai soldati. Questo è il dramma andato in scena in questi giorni in Afghanistan.
Perché le mamme lanciano i bambini oltre i cancelli
Tutto ha avuto inizio dalla scelta degli Stati Uniti, e dei suoi alleati NATO, di lasciare l’Afghanistan dopo 20 anni di missione. Il ritiro dal Paese ha spalancato le porte ai Talebani, ovvero a quegli stessi nemici che l’Occidente aveva deciso di combattere dopo gli attentati dell’11 Settembre.
La paura di ripiombare sotto il regime degli “studenti coranici” ha portato in particolare le donne, vittime designate dei talebani, a cercare una via di fuga. Migliaia di persone si sono così riversate presso l’Aeroporto Internazionale Hamid Karzai di Kabul, nella speranza di salire su uno dei voli militari partenza dall’Afghanistan.
Quando è stato chiaro che non ci sarebbe stato spazio per tutti, molti genitori hanno deciso di prendere una decisione che strappa letteralmente il cuore dal petto: passare ai soldati posti oltre il filo spinato almeno i propri bambini.
L’appello dell’Unicef: emergenza umanitaria
Il fatto che moltissime mamme abbiano preferito lanciare i propri bambini oltre i cancelli dell’aeroporto di Kabul la dice lunga su ciò che temono.
Ben conoscendo il modo di governare dei Talebani, queste donne e i loro mariti hanno preferito privarsi di quanto di più caro hanno al mondo, con il serio rischio di non rivedere mai più i loro figli, spesso e volentieri ancora in fasce.
Non tutti, però, sono stati abbastanza fortunati da trovare un posto nei voli partiti per l’Occidente. C’è chi è rimasto e dovrà sottostare con ogni probabilità al regime talebano. Proprio a loro è rivolto il pensiero dell’Unicef Italia che, per bocca del suo portavoce Andrea Iacomini, ha lanciato un appello a tutta la classe politica:
Solo nel 2021 sono stati uccisi 550 bambini, 1.400 sono rimasti feriti, è un quadro nel quale ci sono 18 milioni di persone che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria e di questi 10 milioni sono bambini. Al netto di quello che accade, che ci mette ansia come vedere le braccia di mamma e papà che danno i figli alle truppe in partenza perché sono disperati, questo cambio di regime espone a un certo tipo di atteggiamento gli avversari politici, ma io sorrido quando sento parlare di corridoi umanitari subito, di non dialogo coi talebani; ma la domanda è chi si prende cura di questi 18 milioni di persone, con bambini che entro un anno se non ricevono assistenza sanitaria rischiano di morire? Con quale criterio parliamo di corridoi umanitari e non ci poniamo il problema della situazione umanitaria del Paese, Ue e comunità internazionale devono mettere alla prova il nuovo governo su questo.
Questo appello verrà ascoltato dai governanti del mondo?
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