Almeno una volta è capitato a tutte: sentirsi una cattiva madre fa parte del mestiere.
Non c’è preparazione che tenga: prima o poi arriva il momento in cui pensiamo negativo, il giorno in cui crediamo di aver fallito con nostro figlio e di non aver saputo dargli i giusti insegnamenti.
Sono fasi fisiologiche della maternità, ma potremmo allargare il discorso alla “genitorialità”, dal momento che anche molti padri sperimentano questa spiacevole sensazione.
In questi casi le dinamiche classiche portano la mamma a paragonarsi ad altre mamme, elevate al rango di modelli per l’apparenza che riescono a comunicare ma – saremmo pronti a scommettere – prede in realtà delle stesse insicurezze. Capita così che si tenti di fare sempre di più, varcando il più delle volte i propri limiti mentali e fisici, senza comprendere che è proprio in questo modo che si innescano delle dinamiche disfunzionali in primis per i figli. Dunque, cosa fare?
Ti senti una cattiva madre? Ecco come non pensarlo
Tra le dinamiche disfunzionali più ricorrenti ci sono quelle che portano le mamme a sentirsi in colpa per qualsiasi mancanza del figlio, anche quelle su cui non hanno alcun controllo. Molte donne sperimentano poi una sorta di senso di inadeguatezza quando si impongono sui propri bambini; per non parlare del dolore che provano in presenza di un loro – anche piccolo e naturale – fallimento, quale può essere per esempio un brutto voto rimediato a scuola.
Altri esempi di dinamiche disfunzionali? Per appagare il proprio desiderio di sentirsi brave mamme, tante donne cercano di essere accondiscendenti nei riguardi dei figli, magari assecondando i loro desideri anche quando non dovrebbero.
Come invertire la rotta
Anziché andare a caccia dell’approvazione dei suoi bambini, una mamma dovrebbe avere la forza e la lucidità di operare sempre e comunque per il loro bene, ragionando a lungo termine piuttosto che nel breve periodo. Poi è necessario compiere un lavoro introspettivo: dal momento che ogni persona è diversa, è importante domandarsi per quale motivo ci sentiamo dei genitori così cattivi.
La nostra mamma o il nostro papà sono stati iperprotettivi o al contrario anaffettivi? Smettila di fare confronti, liberati dal passato e non trasferire la tua angoscia sul bambino. Altri consigli importantissimi: basta colpevolizzarsi e cercare di emulare le altre mamme! A tuo figlio servi tu, esattamente, precisamente tu, con le tue particolarità e persino i tuoi difetti.
Preoccupati che tuo figlio abbia il meglio che puoi offrirgli, ma non colpevolizzarti per i suoi piccoli insuccessi: sarà proprio dalle sconfitte che apprenderà le lezioni più importanti della sua vita. Infine, concediti dello spazio per te stessa: sei una mamma, ma resti pur sempre una persona con le sue esigenze. Tuo figlio ha bisogno di te al meglio della condizione psicofisica: non dargli una mamma stanca e afflitta. Al bando i sensi di colpa: prenderti cura di te stessa è la cosa meno egoistica che tu possa fare!
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