‘Dove abbiamo sbagliato?’: parla Stefano, papà del sedicenne reo-confesso

Non ha parole e non cerca giustificazioni per il gesto del figlio, il papà del sedicenne che da poco si è reso protagonista di una vicenda molto grave, a Castrolibero (cs), picchiando selvaggiamente un ragazzo di soli 14 anni.
In una lettera piena di dolore, Stefano Pallone si chiede dove hanno sbagliato lui e sua moglie.

Il pestaggio

I figli sono pezzi ‘e core, ed è molto più semplice, quando accadono fatti gravi, cercare di proteggerli. Tenerli quanto più possibile distanti dalle telecamere e dalle chiacchiere, soprattutto dalla curiosità dei mass media.
Non per Stefano Pallone, ingegnere cosentino, un passato come educatore nel gruppo boy-scout, papà del sedicenne reo-confesso.

Il 4 ottobre scorso, il sedicenne, ha pestato un ragazzino di 14 anni fuori dalla scuola, mandandolo in ospedale. Un gesto che non trova spiegazioni e che deve essere punito. Incredulo, non si da pace per quanto accaduto, e spera che il ragazzino e la sua famiglia, possano un giorno perdonarli. Intanto cerca di darsi risposte.

L’autodenuncia

Si rivolge tante domande e altrettante ne pone nella sua lettera aperta, dove custodisce tutti i suoi dubbi e le perplessità sul gesto. Un fatto ben lontano dai valori e dall’educazione con cui lui e la moglie hanno allevato i figli.
“Non so se avremo mai risposta a questa domanda, ma, proprio sulla base dei valori che ci guidano, riteniamo giusto che nostro figlio, sebbene ancora minorenne, impari ad assumersi le sue responsabilità e a rispondere delle sue scelte“, questo è quanto ha scritto Stefano nella sua lettera sfogo, quando ha saputo che a compiere il pestaggio, era suo figlio di sedici anni.
Entrambi i genitori non hanno esitato un secondo, quando il ragazzo ha ceduto e ha confessato quel peso così grande per la sua giovane età, lo hanno accompagnato immediatamente ad autodenunciarsi.

Il dramma del fallimento: dove abbiamo sbagliato?

“Non facciamo altro che chiederci dove abbiamo sbagliato, dopo aver vissuto tutta la vita, e il nostro essere famiglia, guidati dai valori dell’accoglienza, della correttezza e del senso di responsabilità: valori lontani anni luce da queste azioni”, ha continuato Stefano Pallone nella sua lunga lettera, dove non solo esprime dispiacere nei confronti del ragazzino, ma si ritrova a vivere il dramma della violenza nella propria casa “un profondo dolore che è solo l’altra faccia della medaglia”.

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