Il fotografo turco, Mehmet Aslan vince il Siena International Photo Awards 2021 con la sua fotografia “La difficoltà della vita” che ritrae un padre mutilato a una gamba mentre tiene in braccio il figlio nato senza gli arti. Entrambi sono sorridenti, ma i loro corpi sono un grido di ribellione contro la guerra. L’uomo infatti ha perso la gamba per lo scoppio di una bomba, mentre il bambino, Mustafa, è malformato poiché la madre durante la gravidanza, ha dovuto assumere alcuni farmaci in seguito all’esposizione al gas nervino.
“La difficoltà della vita”, un’immagine contro l’indifferenza
La foto di Mehmet Aslan è stata selezionata dalla giuria fra decine di migliaia di scatti inviati da professionisti di 163 Paesi. Lo scenario è il distretto di Reyhanli, nella provincia turca di Hatay, il luogo dove la famiglia ha trovato rifugio per scappare dalla guerra civile siriana che in 10 anni di conflitto ha causato oltre 387 mila morti, di cui 12mila bambini.
In pochi giorni lo scatto diventa il manifesto contro tutte le guerre e accende i riflettori sulla Siria, un territorio in cui secondo un’indagine dell’Unicef, il 90% dei minori ha bisogno urgente di cure e aiuti di ogni genere. La madre di Mustafa chiede di poter dare al suo bambino la possibilità di utilizzare le protesi elettroniche, introvabili in Turchia e i social portano la sua richiesta in tutti i Paesi del mondo.
La guerra in Siria, la sofferenza ritratta dai fotoreporter
La guerra in Siria ha costretto 12 milioni di persone a lasciare le loro abitazioni e a fuggire nei territori vicini. In molti hanno provato anche a raggiungere l’Europa con la speranza di poter avere una vita in pace e un futuro sereno. Nel 2015 la fotografia di Aylan Kurdi, un bambino siriano di 3 anni che giaceva senza vita a faccia in giù sulla spiaggia turca in cerca di un luogo senza conflitti, aveva già catturato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale.
L’immagine scattata dalla fotoreporter Nilufer Demir, infatti colpì il mondo con la forza dirompente di una verità che non ammette repliche, ma dopo una prima fase di sdegno e indignazione, non è cambiato nulla. Andrea Iacomini portavoce Unicef Italia, spera che questa volta, i leader mondiali assumano una posizione di severa condanna del conflitto per non dovere più vedere immagini di corpi mutilati.
Credits : Mehmet Aslan
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