Le immagini hanno un potere enorme, se poi parliamo della tenerezza che scaturisce dalla foto dei siriani Mustafa e Munzir, allora si comprende quanta differenza può fare uno scatto. Questa è la storia di una foto scattata in Siria, arrivata al Siena International Photo Awards e ora in giro per il mondo attraverso il web.
Il potere della foto di Munzir e Mustafa: uno scatto, mille emozioni
Il piccolo Munzir ha 5 anni ed è nato senza braccia nè gambe, suo padre Mustafa ha subito la mutilazione di una gamba, eppure in questa foto appaiono felici.
Il fotografo turco Mehmet Aslan, autore dello scatto, è riuscito a catturare una delle espressioni più tenere che possano esserci tra un padre e suo figlio. Il piccolo viene sollevato in alto, sicuro dell’amore del padre, nonostante la vita sia stata ingiusta nei loro confronti.
Senza volerlo sono diventati i protagonisti assoluti della campagna “Harship of Life” e la foto si è aggiudicata il primo premio al Siena International Photo Awards. Il motivo è semplice, questo scatto ha una forte potenza comunicativa.
Benché ritragga solo un momento è facile comprendere la fragilità, la voglia di vivere, la caparbietà e la forza di un genitore e la crudeltà che accompagna la guerra.
Il potere della foto di Munzir e Mustafa: la raccolta fondi
Munzir ha perso la gamba mentre attraversava la strada a Idlib, in Siria.
Mustafa è nato senza arti perché la madre durante la gravidanza ha dovuto assumere dei farmaci molto aggressivi, dopo aver respirato del gas nervino liberato durante un conflitto.
Attualmente Mustafa e Munzir sono in Turchia ma le speciali protesi di cui hanno bisogno non sono disponibili nel Paese e quindi il Siena Awards ha deciso di lanciare attraverso GoFundMe, una raccolta fondi. La campagna si chiama “Can a photo make the difference?” e in pochi giorni ha già raccolto 70.000 euro.
L’obiettivo è riuscire ad acquistare delle protesi elettroniche per il piccolo Mustafa e l’eccedenza sarà devoluta a Medici Senza Froniere, nell’ambito di un programma di riabilitazione a sostegno dei siriani che hanno ricevuto mutilazioni in guerra.
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