A partire dal 16 dicembre la lotta contro la pandemia coinvolgerà anche i bambini nella fascia 5-11 anni.
L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha infatti approvato il 24 novembre scorso l’indicazione del vaccino Comirnaty anti-Covid-19.
Stiamo parlando del siero prodotto da Pfizer-BioNTech, già impiegato nei ragazzi di età superiore a 12 anni e negli adulti. Ci sono però alcune differenze nella somministrazione rispetto ai più grandi. Se è vero infatti che anche per i bambini dai 5 agli 11 anni saranno previste due dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra, lo è pure che il dosaggio del vaccino sarà inferiore, corrispondente cioè ad un terzo rispetto a quello impiegato negli adulti.
Il vaccino nei bambini è sicuro e serve
La domanda che molti genitori si pongono è se il vaccino nei bambini sia così necessario, se cioè i benefici superino i rischi comportati dalla vaccinazione.
La risposta è affermativa, come accertato dagli studi scientifici svolti in questi mesi. Con il dilagare delle varianti in tutto il mondo, infatti, sono sempre di più i bambini – anche senza malattie pregresse – che stanno sperimentando una forma grave della malattia. Molti sono finiti in terapia intensiva.
Altri sono addirittura morti.
Gli studi effettuati per validare il vaccino nei bambini hanno mostrato un’alta efficacia nel prevenire il Covid-19 e, a parte effetti collaterali banali (un po’ di febbre e dolore al braccio sono i più comuni), il profilo di sicurezza del siero è elevatissimo. Vaccinare i bambini, inoltre, non equivale solamente a proteggere loro, ma anche i componenti della famiglia più adulti e a più alto rischio di complicanze in caso di contagio.
Pensiamo ad esempio ai nonni! Questo poiché i bambini in queste ultime settimane sono stati i più esposti al contagio per il fatto di frequentare la scuola (dunque classi affollate e più possibilità di incappare nel virus). Il fatto che loro alzino una barriera contro il coronavirus sarà utile anche agli altri componenti della famiglia per tenere alla larga la malattia.
Dall’Ospedale Bambin Gesù fanno sapere che “gli studi che hanno portato alla messa a punto dei vaccini COVID-19 nei bambini e ragazzi di età compresa fra 5 e 11 anni non hanno saltato nessuna delle fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza previste per lo sviluppo di un medicinale“. La rapidità con cui sono stati realizzati dipende esclusivamente dall’accesso a nuove tecnologie, alle ingenti risorse messe a disposizione in tempi ridotti e a una nuova modalità di valutare i dati raccolti dai test.
Entro il primo semestre 2022 possibile vaccino anche i più piccoli
A conferma dell’importanza di vaccinare tutti, c’è la notizia per cui l’immunizzazione potrebbe essere estesa anche ai bambini da 0 a 5 anni entro il primo semestre del prossimo anno. Moderna e Pfizer hanno infatti già dato inizio alla sperimentazione sui più piccoli e nel giro di qualche mese potrebbe arrivare il via libera per procedere alla loro vaccinazione.
Si tratta di uno step necessario a maggior ragione considerando che la popolazione di età compresa fra gli 0 e gli 11 anni è quella che fa riscontrare l’incidenza più alta dell’infezione, a riprova di come sia diventata un target molto colpito da parte del virus.
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