Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che in quest’ultimo periodo vengono contagiati dal Covid-19, anche se con conseguenze meno gravi rispetto a quanto registrato in pazienti adulti. Ciò nonostante i pediatri della Società italiana di pediatria invitano alla massima prudenza e chiedono a gran voce che dopo un mese dalla fase acuta dell’infezione, bambini e ragazzi siano sottoposti ad una visita medica per valutare l’eventuale presenza di sintomi di long Covid.
Long Covid nei bambini: come comportarsi dopo la guarigione
Secondo la raccomandazione della Sip, rivolta a genitori e pediatri, tutti i bambini e gli adolescenti nei quali sia stata riscontrata l’infezione da Covid 19, trascorso un periodo di almeno 4 settimane dalla fase acuta della malattia, dovranno essere sottoposti a visita medica in modo da valutare che non vi siano sintomi di Covid a lungo termine, noto anche come long covid.
Sarebbe opportuno che a tale visita si sottoponessero anche i bambini ai quali sia stato diagnosticato il virus, ma che non abbiano sviluppato la malattia (asintomatici o pauci-sintomatici), anche se in questo caso la visita di controllo slitta a 3 mesi dalla scomparsa dell’infezione.
Long Covid: cos’è e quali sono i sintomi
Si sente tanto parlare di long Covid, ma che cosa si intende con questo termine? In teoria si tratta di una serie di sintomi ai quali non sia possibile attribuirne la natura e l’unico responsabile sembra possa essere proprio il Covid, in considerazione del fatto che trascorsi 2 mesi dal contagio del virus, tali sintomi persistono.
Il sintomo più diffuso è quello della stanchezza cronica, quel senso di affaticamento che più dell’85% delle persone che sono state contagiate dal coronavirus dicono di sentirsi addosso.
A questo seguono altri disturbi, come cefalee, dolori addominali, mal di stomaco, dissenteria, disturbi del sonno e della concentrazione. Sono proprio questi ultimi due quelli più comuni nei bambini e negli adolescenti.
Altra caratteristica è che tali sintomi possono presentarsi singolarmente o in combinazione con altri, nonché ad intermittenza o continui.
Long Covid nei bambini: la situazione in Italia
Se quelli visti sopra sono i sintomi più frequenti del long Covid, la buona notizia è che nei bambini non si riscontrano problemi a livello dell’apparato respiratorio. A partire dal mese di febbraio dello scorso anno, grazie all’attività di diversi centri pneumologici sparsi sul territorio nazionale, è stato possibile monitorare un gruppo di 1000 bambini guariti dal covid, ed il risultato è appunto quello che nei bambini non sono state riscontrate problematiche a livello polmonare, ma solo a livello psicologico come ansia o depressione.
Walter Ricciardi, consulente del ministero alla Salute ha dichiarato pochi giorni fa alla trasmissione Tagadà su La7: “La consapevolezza che questo virus sia un virus pericoloso non c’è tanto nei genitori. Nel senso che molti genitori pensano che sia un virus benevolo. Vi possiamo assicurare che non è così. Questo virus è un virus cattivo. E peraltro è cattivo negli anziani e negli adulti, ma non sappiamo quanto lo sia nei bambini. Anzi, lo sappiamo: il 10% dei bambini che prendono il Covid hanno quello che si chiama long Covid: cioè a distanza di tempo, non riescono più a concentrarsi, sono stanchi e dormono sempre. E questo è un segnale molto pericoloso, perché nel loro corpo i sistemi sono ancora in formazione“.
Ad ogni modo, considerato che il periodo di tempo preso in considerazione è relativamente breve, non resta che sottoporre i bambini guariti dal covid a periodiche visite di controllo.
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