Stanno arrivando in questi giorni i primi bambini ucraini che scappano dalla guerra, i quali dovranno essere inseriti nelle scuole italiane con tutta la delicatezza e l’attenzione necessaria. In accordo col Ministero dell’Istruzione, lo stato italiano ha stanziato circa un milione di euro per fornire le scuole di psicologi, educatori e mediatori che dovranno colmare i vuoti e le distanze tra i bambini ucraini e la realtà italiana, molto diversa dalla loro. I primi bambini a sedersi sui banchi di scuola italiani sono arrivati a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, dove sono stati accolti con entusiasmo da tutto il personale scolastico.
Bambini ucraini in Italia: l’integrazione nel nostro sistema
Il nostro Paese si sta preparando ad accogliere una parte dei profughi ucraini che stanno fuggendo dalle bombe, e un’attenzione particolare è rivolta ai più piccoli che vorranno proseguire il ciclo di istruzione in Italia. Sono già al lavoro psicologi, educatori e mediatori per cercare di colmare le distanze culturali e linguistiche e rimuovere gli ostacoli che impediscono la massima inclusione tra culture diverse.
Come sottolinea anche Raffaele Iosa, ex ispettore scolastico, i problemi principali sono proprio legati alle barriere linguistiche e all’incertezza riguardo la durata della permanenza dei bimbi in Italia. Sul primo punto stanno lavorando psicologici e mediatori in equipe previste in molte scuole, mentre per quanto riguarda il secondo aspetto occorre seguire gli sviluppi del conflitto. Nel frattempo, però, è fondamentale che i nuovi arrivati apprendano il più possibile e si sentano accolti come parte delle classi, in virtù dell’importanza dell’educazione scolastica.
Bambini ucraini in Italia:i primi dodici a San Lazzaro di Savena
Da segnalare l’impegno delle istituzioni comunali e regionali di San Lazzaro di Savena, nel bolognese, che ha accolto i primi dodici bambini ucraini inserendoli nel percorso scolastico presso l’istituto di scuola elementare Donini. Per dare il benvenuto ai nuovi alunni è stata organizzata una grande festa con canti, balli e bandiere ucraine; il dirigente scolastico ha dichiarato che l’accoglienza è comunque un atto dovuto e che è il minimo per rendere la vita di questi bambini un po’ meno difficoltosa.
L’impegno della comunità locale e del personale scolastico è, adesso, quello di superare il più possibile le barriere linguistiche e di far sentire i nuovi arrivati parti di un collettivo.
Proprio per questo i bambini hanno regalato ai loro nuovi compagni tutto il materiale necessario per fare lezione, dai quaderni alle penne; il gesto sembra essere stato gradito e fin dai primi giorni in classe si è instaurato un clima amichevole e di festa. Un inizio che fa dunque ben sperare per il futuro.
in apertura : una classe del varesotto
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