In Romania, sul ponte di Sighetu Marmației, un paese che collega la cittadina alla città ucraina di Solotvino, la polizia di frontiera ha posizionato alcuni giocattoli per accogliere i bambini in fuga. Peluche e automobiline strappano un sorriso ai piccoli rifugiati che hanno visto quello che nessuno dovrebbe vedere.
I bambini e i loro accompagnatori, si lasciano alle spalle la loro vita. Si lasciano anche alle spalle i papà, poiché gli uomini non possono lasciare l’Ucraina ma devono restare a combattere, la loro casa, la scuola, gli amici, tutto il loro mondo e arrivano in Romania alla ricerca di protezione.
Romania : un ponte per la pace
Ancora una volta il ponte di Sighetu Marmației è protagonista della storia di un popolo. Durante la seconda guerra mondiale, il ponte era sul territorio ungherese ed era una via di transito per il trasporto degli ebrei che venivano deportati ad Auschwitz.
Nel 1944 fu distrutto e poi ricostruito per ritornare a far parte della Romania. Ora è un passaggio per la vita e la libertà per tante donne e bambini che fuggono dalla guerra. I rifugiati sono accolti dai tanti volontari delle associazioni umanitarie, sono smarriti e ancora increduli dopo tre settimane di guerra.
Ancora non riescono a credere a questa guerra fratricida, di essere stati attaccati da un esercito che parla la loro stessa lingua e condivide parte della loro storia. Non vogliono lasciare l’Ucraina, ma non hanno scelta, si guardano intorno senza sapere dove andare e cosa fare.
Chi può contatta i famigliari che vivono in altri Paesi dell’Europa, in Italia arrivano pullman di donne e bambini. Si ricongiungono a parenti che qualche anno fa hanno trovato lavoro lontano da casa, ma altri non hanno legami e vengono accolti dalle famiglie disposte a sostenerli in questo momento di difficoltà.
Guerra in Ucraina : la solidarietà dei popoli vicini
Quello di Sighetu Marmației è un ponte di solidarietà e di accoglienza che mostra al mondo l’altra faccia dell’umanità. Gli uomini e le donne europei infatti hanno creduto nel disarmo e nella pace e ora si trovano a confrontarsi con la necessità di fornire missili e droni militari all’esercito ucraino.
L’Ucraina però non è sola, la maggior parte dei Paesi del mondo è contro l’invasione russa. Su 193 Stati membri dell’Onu, 141 hanno votato lo scorso 2 marzo una risoluzione che condanna l’aggressione del governo russo.
Si susseguono telefonate e incontri internazionali per i corridoi umanitari e per la pace, i bambini ucraini e il mondo aspettano che le bombe smettano di cadere.
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