La questione del traffico nelle città, e soprattutto davanti alle scuole, rende sempre più evidente la necessità di creare strade sicure per i nostri bambini. È nata così l’iniziativa delle “strade scolastiche“, che con cortei e flash mob si sta facendo sentire sia in Italia che in tutta Europa.
Strade scolastiche: no al traffico davanti a scuola
Dopo l’evento del 6 maggio, denominato “Streets for Kids”, in cui migliaia di famiglie sono scese in strada in tutta Europa con biciclettate e girotondi, le iniziative non si sono certo esaurite.
La richiesta è quella di chiudere al traffico le strade su cui si affacciano gli ingressi delle scuole, al fine di mettere in sicurezza i momenti di entrata e di uscita, quando centinaia di bambini e genitori si affollano davanti ai cancelli.
Il programma è ambizioso e mira a far impegnare i sindaci della maggiori città a creare strade scolastiche davanti alle scuole entro il 2030. Già l’anno scorso con la giornata “Tutti giù per strada” bambini e genitori, ma anche molti professori e dirigenti, erano riusciti a coordinare ben 60 girotondi in varie città italiane e altri appuntamenti saranno presto in programma per il prossimo anno.
Mobilità sostenibile e aria più pulita
L’iniziativa ha già rivelato la sue efficacia sia nell’intento di creare strade sicure sia nella lotta all’inquinamento urbano. Infatti, nelle città dove le strade scolastiche sono già una realtà consolidata si registra una significativa diminuzione di sostanze inquinanti, ad esempio a Londra con le “School Streets” il livello di biossido di azoto è calato al 23%.
Un grande risultato per la salute dei più piccoli. Anche nelle altre capitali europee sono già presenti molte strade scolastiche, come a Parigi e Barcellona. In Italia oggi si contano 12 città coinvolte nella richiesta e solo in alcune sono attive delle sperimentazioni.
Sono però in programma nuovi eventi al fine di sensibilizzare tutta la popolazione alla realizzazione di strade scolastiche, non solo per mitigare il problema del traffico in zone fragili, ma anche per migliorare la qualità dell’aria e incentivare una mobilità più sostenibile.
Fonte immagini : Cleancities
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