È risaputo che mettere al mondo un figlio stravolge completamente la vita dei genitori, i quali si ritrovano catapultati in una realtà in cui il 100% dell’attenzione dev’essere dedicata al neonato.
Questa premessa è indicativa nel momento in cui dovesse affacciarsi, nella mente di una coppia in crisi, l’idea di procreare al fine di risanare gli alterchi.
Nell’articolo di oggi andremo ad approfondire il motivo per cui fare i figli per aggiustare i rapporti di coppia, è solo un modo per rimandare i problemi e che un cosiddetto figlio-cerotto non è assolutamente in grado di risolvere.
“Figli-Cerotto” come cambiamento radicale
L’idea alla base è quella secondo cui, nel momento in cui ci si rende conto che la vita di coppia è diventata più difficile, oppure noiosa e monotona, si abbia necessità di una sorta di miccia che dia nuova enfasi alla vita dei coniugi. Ecco quindi che arrivano i figli-cerotto, come se la nascita di un figlio potesse risanare ferite e crisi nella vita della coppia.
Il grande problema di questa scelta sta nel fatto che, probabilmente, la coppia non è ben consapevole di ciò che aspetta loro. Il pieno di emozioni e di stress che un neonato porta nella vita dei neo-genitori mette a dura prova persino le unioni più forti e stabili.
Il tutto viene ben spiegato nel libro “Psicogenealogia. Capire, accettare e trasformare l’eredità psicologica familiare” delle Dr.sse Doris e Lise Langlois, nel quale viene affermato che un cosiddetto “figlio-cerotto” si porta sul groppone un insieme di problemi e conflitti non risolti e, seppur del tutto innocente, finisce con il far sue certe convinzioni fino all’età adulta.
La stampella della coppia in crisi
Una volta che il neonato è venuto al mondo la coppia inizierà, anche inconsciamente, a porre sulle spalle del piccolo tutti i problemi da cui sono giornalmente afflitti, quasi come se questo avesse il compito di risanare le loro preoccupazioni e far tornare la luce in fondo ad un tunnel di cui nemmeno conosce l’esistenza.
L’effetto che si ha vedendo il neonato come fosse una stampella della coppia in crisi potrebbe, inizialmente, sembrare funzionale allo scopo. Ma questo succede perché, proprio nei primi mesi, tutte le attenzioni dei genitori si concentrano sul bambino e questo permette di dimenticare (o meglio: nascondere) tutto ciò che fino a poco tempo prima stava minando l’unione.
I problemi però non spariscono così facilmente e anzi: finiscono per fermentare ed esplodere come fossero un vulcano in piena eruzione al primo momento di difficoltà che, ricordiamo, con un neonato in casa potrebbe verificarsi da un momento all’altro.
La nascita di un figlio e gli effetti sulla coppia
“ChannelMum” e “The Baby Show” hanno svolto uno studio su un campione di duemila neo-genitori per capire l’impatto che la nascita di un figlio porta nella vita di coppia. I risultati sono davvero sorprendenti: un quinto di queste coppie ha dichiarato di essersi separate nell’arco del primo anno di vita del bambino. Un quarto ha dichiarato invece che, avendo già problemi prima della nascita, si sono trovate in una situazione ancora peggiore.
Ma qual è il problema più grande che può portare così tante coppie a litigare o addirittura a separarsi?
La risposta data dallo studio rivela che il motivo è il grosso cambiamento nella sfera sessuale della coppia: con l’arrivo di un bambino il 20% delle coppie intervistate ha dichiarato di aver totalmente abbandonato la vita sessuale mentre un buon 31% ha addirittura smesso di amare il partner.
Conclusione
In definitiva l’idea di risolvere i problemi di coppia mettendo al mondo una creatura è del tutto errata. La coppia in crisi già da prima della nascita si ritroverà oppressa da tutta la mole di stress che un figlio comporta e, inoltre, dovrà necessariamente fare i conti con il “senso di colpa” dovuto al fatto di aver procreato con l’intento di perseguire uno scopo che non è mai stato più lontano di così.
I problemi di coppia, qualsiasi essi siano, non si risolvono facendo un figlio, bensì andando da uno psicoterapeuta o cercando di chiarirsi in prima persona.
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