I bambini ci mettono 9 mesi per venire alla luce, per lei ci sono voluti 9 anni.
Elsa, nata 9 anni fa nella provincia di Napoli, a seguito di una segnalazione è stata trovata dai servizi sociali con diverse fratture a gambe e braccia, probabilmente per le violenze subite.
Aveva, ha, la spina dorsale deformata, perché non ha mai dormito in un letto vero e proprio. Era denutrita, trascurata, abbandonata a sé stessa. Nonostante l’incuria e l’indigenza dei genitori, nonostante il degrado in cui era sprofondata la loro vita… com’è potuto accadere?
L’assenza delle istituzioni
Elsa, un nome di fantasia, era registrata all’anagrafe del comune di residenza, ma all’ASL non esisteva. I bambini fanno le vaccinazioni, sono obbligatorie, ma Elsa non compariva neppure nei registri del consultorio.
E la scuola? Raggiunti i sei anni di vita inizia la scuola dell’obbligo. Eppure nessuno si è accorto che non stesse frequentando la prima elementare. Sentiamo continuamente parole come blockchain, network e innovation technology… eppure il suo codice fiscale, la sua data di nascita e il suo nome non sono riusciti a passare da un ufficio all’altro, da una struttura all’altra, fino a scomparire nel silenzio. Un silenzio lungo nove anni.
Solidarietà e nuova speranza per Elsa
La storia di questa piccola bambina fortunatamente è riuscita a bucare i social network e a passare direttamente al cuore delle persone. La catena di solidarietà si è attivata in tutta Italia e da Milano a Palermo, da Bologna a Bari è stata una corsa per offrire un aiuto: giocattoli, vestiti, alimenti, denaro e cure in centri ortopedici specializzati sono stati messi a disposizione per offrire trattamenti e cure.
Elsa, dopo quasi un mese passato all’Ospedale Santobono di Napoli, ora è accudita e coccolata in una piccola comunità napoletana, La Casa di Matteo, dove accolgono bambini e bambine affetti da disabilità anche gravi, come la piccola Mulan, affetta dalla sindrome del bambino scosso a causa dei violenti scuotimenti subiti per farla smettere di piangere, fino a causarle danni cerebrali.
Elsa ha iniziato a vivere davvero, anche se ci sono voluti nove lunghissimi anni che difficilmente non lasceranno un segno profondo nella sua esistenza.
La speranza è che questa storia che sta commuovendo l’Italia intera faccia aprire gli occhi su tante situazioni simili che non riescono a venire alla luce, un po’ per mancanza di strutture e personale sul territorio, un po’ perché siamo in troppi a voltarci dall’altra parte.
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