Andare a scuola e frequentare le lezioni, ma fare meno verifiche e senza alcun voto. Un modello scolastico rivoluzionario “per diminuire lo stress ed imparare di più”.
Si tratta dell’iniziativa adottata dal liceo scientifico Morgagni, a Roma, che ha fatto discutere ma che sembra anche riscuotere successo fra ragazzi, genitori e docenti.
Un liceo che rinuncia ai voti: l’idea del Morgagni
L’idea che sta facendo discutere l’Italia prende piede dal liceo Morgagni, che si trova a Roma, nel quartiere Monteverde.
Si tratta di una formula di insegnamento che prevede che i ragazzi non siano più “caricati” di compiti a casa, ma che debbano svolgere meno compiti e, soprattutto, le verifiche non hanno i voti.
Il percorso scolastico non si differenzia da quello delle altre scuole: vengono programmate, come in tutti gli istituti, verifiche ed interrogazioni, tuttavia non è previsto il voto finale. O meglio, i voti sono attribuiti solamente alla fine del quadrimestre, come previsto del resto dalla normativa di settore. Nel frattempo, i ragazzi vengono corretti e aiutati a migliorare e a colmare le loro lacune, anche in assenza di una valutazione numerica.
Il progetto “Scuola delle Relazioni e delle Responsabilità” nasce dall’idea di un professore di matematica del Morgagni, Enzo Arte. Il docente ha spiegato ai media che si è fatto ispirare dall’esperienza con i suoi studenti, e dalla volontà di proporre percorsi formativi che non spegnessero la curiosità dei ragazzi con il sistema delle valutazioni.
L’iniziativa è già in atto da ben sette anni presso una classe dell’istituto e, visti i risultati, ora si è pensato di estenderla a tutte le classi della scuola.
Un metodo sperimentale, fra dubbi ed entusiasmo
Il metodo della scuola “senza voti” promosso dal Morgagni è ancora del tutto sperimentale e, come tale, non sono possibili confronti con i metodi della scuola cosiddetta ‘tradizionale’. Alcuni genitori non hanno condiviso la scelta della scuola ed hanno deciso di ritirare i figli.
Ma fra docenti, insegnanti e genitori, è l’entusiasmo a farla da padrone: secondo loro, ci sarebbe meno ansia da prestazione fra i ragazzi e più attenzione al rapporto fra insegnante ed alunno. In mancanza dei tradizionali voti numerici, infatti, l’insegnante deve trovare modalità alternative per impostare il percorso di miglioramento degli studenti e una valutazione personalizzata degli aspetti di forza e debolezza di ogni singolo alunno.
Il modello della scuola Morgagni è addirittura sotto osservazione da parte del corso di pedagogia sperimentale del’Università ‘La Sapienza’, mentre nel resto d’Italia si moltiplicano i casi di scuole che non vogliono più attribuire valutazioni numeriche, come un istituto tecnico superiore di Pesaro, che ha abolito i voti in pagella, e due scuole in Umbria ed in Emilia Romagna.
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