Capita spesso, da genitori, di non sapere cosa fare quando i propri figli si arrabbiano. Lasciarli sfogare o consolarli? Aspettare che passi o intervenire? E ancora, “Avrò fatto bene ad arrabbiarmi con lui?” o “Come gestisco ora la situazione?”.
Vero è che, se crescere non è semplice per i bambini, educare è ancora più difficile per i genitori. Ecco che, allora, dal mondo pedagogico, viene in soccorso “il cestino della rabbia”.
Cestino della rabbia: cos’è e come realizzarlo
Si tratta di uno strumento educativo e rituale con cui il bambino può imparare a controllare la propria rabbia. È un’idea che serve ai bambini per gestire l’emotività infantile e ai genitori per affrontare al meglio i conflitti con i propri bambini. La rabbia è un’emozione naturale, frequente e importante, ma bisogna imparare presto a conoscerla e controllarla, per instaurare rapporti sereni con gli altri.
A cosa serve un “cestino della rabbia” e come si crea? Basta una scatola, un cesto o un grosso barattolo che il bambino dovrà personalizzare. Ogni volta che il bimbo avrà un impeto o un eccesso d’ira, potrà fare un disegno, appallottolare un foglio e così via e gettarlo nel cestino.
In questo modo, attraverso un approccio rituale, la rabbia verrà scaricata e depositata in un luogo preciso, attraverso uno spazio-tempo simbolico.
Controllare la rabbia: un aiuto da un libro
Una cosa simile la fa Roberto, in un libro amatissimo da più piccoli, Che Rabbia. La rabbia è rappresentata da un mostro rosso che esce dalla sua bocca: dopo essersi sfogata, aver messo a soqquadro la cameretta del bambino e rotto il suo giocattolo preferito, la rabbia diventa piccola piccola, e viene chiusa in una scatolina.
In questo modo il piccolo potrà controllare le proprie emozioni negative in maniera consapevole, trasformandole in positività. L’età più idonea per iniziare a proporre il “cestino della rabbia” è a partire dai 4/5 anni.
Il video della settimana
Ho acquistato il libro in questione (“Che Rabbia!”) a mio figlio in quanto fra le letture consigliate. Qualcuno che , evidentemente, ne sa più di me, può spiegarmi perchè mai questo libro dovrebbe essere consigliato?
Si fa un gran parlare di come la rabbia nel bambino andrebbe accolta dal genitore. In questo libro c’è un bambino che viene mandato da solo in camera da solo fin che “non si sarà calmato”. L’esatto contrario di ciò che viene sempre consigliato. Poi, vogliamo parlare del linguaggio terribile? Il padre che si rivolge al bambino con “Ehi, tu”. Io non voglio che mio figlio impari a rivolgersi al prossimo in questo modo. E il bambino che da dello “stupido” al mostro della rabbia? Sono parole che indubbiamente imparerà in autonomia, ma non voglio in alcun modo che le impari prendendole come esempio perchè io gli leggo un libro che insegna a dare dello stupido. Lo trovo veramente terrificante sotto qualcunque aspetto e veramente molto diseducativo!