A Torino una mamma ha fatto causa alla Regione Piemonte per lo smog che ha respirato per anni il figlio, ammalandosi fin dall’età di 8 mesi.
Una battaglia contro le istituzioni che si preannuncia difficile ma per la quale la donna vuole arrivare fino in fondo.
I problemi di salute del figlio
I problemi ai polmoni con la comparsa di bronchiti acute con molti casi di recidiva, sono iniziati quando il bambino aveva 8 mesi e questo ha provocato il trasferimento della famiglia che si è allontanata da Torino dove lo smog non dava tregua.
Il figlio si è comunque ammalato e deve essere sottoposto a terapie continue con l’utilizzo di farmaci antibiotici e cortisonici. Il figlio adesso ha 6 anni e i suoi genitori hanno avviato una causa civile chiamando come controparte la Regione Piemonte per l’alto livello di inquinamento della città di Torino che lede il diritto dei cittadini a respirare aria sana e pulita.
L’azione legale di Chiara
Chiara, che ha presentato insieme al marito l’azione legale, ha ribadito che questo diritto deve essere rivendicato da tutti i cittadini italiani e se la sua causa dovesse essere coronata da successo diverrebbe un “precedente” molto importante a favore delle persone che vivono in località ad alto inquinamento, soprattutto nella Pianura Padana.
Torino è sicuramente tra queste, con una delle prime posizioni nella classifica delle città più inquinate e allo stesso tempo il nostro Paese è tra i primi per inquinamento in Europa.
In Gran Bretagna c’è già stato un grave precedente, per la morte di Ella Kissi-Debrah, le cui cause sono state riconosciute negli altissimi livelli di inquinamento della capitale inglese.
Nella causa odierna si chiede che il Tribunale di Torino riconosca il diritto a respirare aria pulita e nello stesso tempo di accertare le responsabilità dell’ente regione riguardo alle violazioni dei limiti di emissione. Oltre a questo viene chiesta la condanna della stessa Regione Piemonte con il risarcimento dei danni causati al bambino dallo smog respirato.
A confermare che le politiche antinquinamento messe in atto dalle istituzioni non sono efficaci anche le procedure di infrazione che sono state aperte dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia, proprio riguardo al superamento dei limiti di emissione. Dati che emergono anche dai rapporti di Legambiente sulla qualità dell’aria che sono stati pubblicati nello scorso mese di ottobre.
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