Il nuovo anno sarà particolarmente difficile da un punto di vista economico per le famiglie.
Per questo motivo, il governo si è attivato in favore delle categorie maggiormente colpite dall’inflazione, garantendo le detrazioni per i figli a carico che, come ogni anno, permettono di ottenere una serie di agevolazioni.
Le detrazioni, che non vanno confuse con l’assegno unico familiare, spettano a chi dimostra di avere un reddito che non supera un certo limite e chi ha figli a carico, siano essi minorenni o maggiorenni.
Chi ha diritto alle detrazioni fiscali per i figli
L’Agenzia delle Entrate ha fornito indicazioni ben precise che chiariscono quali sono i soggetti che hanno diritto alle detrazioni fiscali per i figli a carico.
Tale diritto spetta al lavoratore che ha figli a carico che non percepiscono reddito o se quest’ultimo non sia superiore ai “2840,51 euro annui”.
La detrazione, inoltre, può riguardare anche il familiare a carico con un’età superiore ai 24 anni e il cui reddito non sfori i 4 mila euro annui.
Più sono i familiari che si prendono in carico, maggiori saranno le detrazioni che spetteranno “sull’imposta Irpef”.
C’è da specificare, inoltre, che per “familiare a carico” non si intendono solo i figli naturali, ma anche quelli adottivi, affidati e il coniuge.
La detrazione può interessare anche altri soggetti come un fratello, una sorella, un genero o una nuora, ma bisognerà provare che questi siano conviventi.
Quindi, riassumendo, le detrazioni per i figli a carico possono essere richieste se quest’ultimi non percepiscono reddito o che sia comunque inferiore a quello chiaramente specificato dall’Agenzia delle Entrate.
Tali detrazioni spettano anche se entrambi i genitori lavorano; in questo caso i coniugi possono usufruire di una detrazione del 50% su ogni figlio a carico.
Detrazioni figli a carico: cosa prevede la legge per i genitori separati
I coniugi che si separano legalmente hanno due possibilità in tema di detrazioni, ovvero possono assegnare l’intero importo a chi ha il reddito più alto oppure dividere la detrazione in pari percentuali.
Nel caso in cui non si riuscisse ad arrivare a un accordo, la detrazione spetterà per intero al genitore che ha l’affidamento del figlio mentre, se si tratta di affidamento congiunto, ci sarà una ripartizione equa.
La legge, in ogni modo, permette che i coniugi possano liberamente scegliere; la cosa importante è quella di riportare per iscritto ogni decisione presa in comune.
Genitori disoccupati o non sposati: come avviene la detrazione?
Se uno dei due genitori è disoccupato e non può richiedere la detrazione, quest’ultima spetterà in automatico al coniuge lavoratore che abbia, però, regolare contratto di lavoro.
Nel caso in cui i due genitori non siano sposati si potrà comunque godere delle detrazioni per i figli a carico che saranno assegnate al 50% a entrambi oppure, tramite documento scritto, potranno decidere di cederle al 100% a chi ha il reddito maggiore.
La legge, dunque, per questi casi, è piuttosto flessibile e lascia la possibilità ai singoli soggetti di poter decidere quale formula scegliere per ottenere le agevolazioni.
Come si calcolano le detrazioni e quali sono le spese ammesse
La detrazione per i figli a carico si calcola in base al reddito familiare e al numero di figli; lo sconto di base per ognuno di loro è di 1222 euro, nel caso di figlio minore di 3 anni, e 950 euro se supera tale età.
L’importo aumenta dal secondo figlio in poi e se vengono confermati casi di disabilità.
Nella detrazione è possibile far ammettere una serie di spese, come ad esempio quelle che si sostengono per mantenere un figlio all’università, nel post laurea, oppure nel caso in cui il suddetto frequenti un asilo nido.
In questi casi si potrà avere una detrazione pari al 19% su un limite di spesa fissato a 632 euro.
Anche gli affitti per gli studenti fuori sede rientrano nelle agevolazioni che, in tal caso, saranno del 19% su una “spesa annuale di 2.633 euro”.
Come richiedere la detrazione per i figli a carico
Richiedere la detrazione per i figli a carico è piuttosto semplice; sarà necessario compilare la “Dichiarazione dei Redditi” e specificare il nome di ogni componente della famiglia e la percentuale che si intende utilizzare, quindi se al 50 o al 100%.
Tale domanda può essere redatta anche dal CAF o dal proprio commercialista.
Il video della settimana