Si avvicina guardandovi dritti negli occhi, tiene il mento alzato in segno di sfida, il passo è fiero, sa quello che vuole e farà di tutto per ottenerlo.
Signori è signori, è arrivato: il rivoluzionario, il potentissimo, il temutissimo bambino di due anni!
È vostro figlio, ne siete certi, gli esami del DNA combaciano e a dire il vero basterebbe anche solo l’inequivocabile somiglianza dei vostri volti, ma talvolta stentate a riconoscerlo. D’un tratto non è più l’angioletto che si accoccolava quieto tra le vostre braccia e che giocava beato con il suo papà.
Cosa gli è successo? Cosa l’ha trasformato dal bambino più dolce del pianeta ad un baby-tiranno?
La risposta è solo una: benvenuti nei terrible two, alias terribili due. Quella fase della crescita di cui sicuramente avrete già sentito parlare altri genitori.
“Vedrai, vedrai, quando arrivano i due!”
“Vedrai quando compie due anni!”
“Vedrai, ora non è niente, se questo per te è un capriccio, aspetta quelli dei due anni!”
Una minacciosa serie di leggendari “vedrai”, che all’improvviso diventano più tangibili che mai.
Quando iniziano i terrible two?
Non coincidono esattamente con il morso della torta del secondo compleanno. No no, sarebbe troppo facile, se così fosse rischiereste di arrivarci preparati, e i terribili due arrivano con lo scopo di sconvolgere ogni equilibrio. Arrivano quando meno te l’aspetti, dai 18 mesi in poi il terreno è fertile più che mai, e non c’è scampo.
Quando scattano te ne accorgi subito: una forza aliena sembra impossessarsi del tuo bambino, lo solleva da terra e gli mostra dall’alto tutto ciò che può fare e tutto ciò che può ottenere.
No, non te lo stanno rapendo gli alieni, tranquilla, ti verrà subito restituito, perfino loro faticherebbero a gestirlo in questa fase.
Baby-tiranno prende coscienza del suo io, del suo essere un individuo con desideri propri e volontà ben precise e non tarderà a manifestare tutto ciò servendosi del feroce istinto di cui la natura l’ha dotato.
Quali sono i comportamenti tipici dei terrible two.
Si tratta di veri e propri impulsi emotivi. Di crisi di pianto apparentemente senza spiegazioni, di momenti in cui i nostri bambini sembrano inconsolabili e sperimentano l’urlo libero.
“Amore, dì alla mamma, cosa c’è?”
“Voglio la bici.”
“Ok, usciamo in bici.”
“Nooo! Voglio il monopattino.”
“Ok, facciamo un giro in monopattino.”
“Nooo! Voglio vedere un cartone.”
“Eeem… ma…”
“Nooo! Nooo! Nooo!”
Però a volte, presi dalla caparbietà e ancora impacciati, fanno davvero sorridere.
“Amore, togliamo il giubbotto.”
“Faccio solo.”
“Va bene.”
Due minuti e svariati tentativi dopo…
“Mamma, un aiuto pefffavore.”
E nel loro essere una strana versione di dottor Jekyll e Mister Hyde riescono ad essere perfino buffi.
“Mamma, vai via!”
“Sei sicuro?”
“Sì, via!”
Ti allontani.
“Mamma, un abbraccio!”
È la fase in cui sperimentano volontà, desideri e individualità. Le parole preferite diventano: io, mio, no, da solo. Tramite esse cercano di affermare la loro personalità. E indovinate un po’ chi è il loro bersaglio preferito per fare esercizio?
Eh già mamme, non nascondetevi, vi vedo, sto proprio parlando con voi, anche perché i papà sono già sgattaiolati a lavoro. La maggior parte delle loro sfide e dei comportamenti estremi saranno indirizzati a voi. Baby-tiranno vuole capire fino a dove può spingersi e chi meglio della madre può assisterlo in questo pindarico esercizio di affermazione della propria persona? Chi meglio della persona con cui fino all’attimo prima era in simbiosi?
Sì, ok, ce la posso fare ma… quanto durano? E nel frattempo come sopravvivo?
Diciamo fino al compimento dei tre anni, ma anche qui non sarà il morso della torta a sciogliere l’incantesimo, bensì toccherà a voi: con calma, infinite spiegazioni e tanta comprensione. Baby-tiranno in questa fase acquisirà piano piano sicurezza, amplierà il suo dizionario e sarà sempre più abile ad esprimere le sue volontà attraverso le parole, senza dover ricorrere all’urlo.
La ribellione trova pace nella calma. Dobbiamo fornire ai nostri bambini la giusta comprensione e la quiete necessarie per sbollire i bollenti spiriti. Rassicurandoli e tranquillizzandoli li riporteremo alla calma e alla lucidità giusta per affrontare questi sbalzi d’umore.
Prediligere gli spazi aperti e il gioco in natura è da sé una buona terapia. Anche l’uso di alcune regole e una sana routine possono aiutare, senza però esagerare. Se il bambino riceve infatti troppi divieti ecco che la sua frustrazione e la voglia di sfida cresceranno maggiormente. L’equilibrio tra regole e libertà è di vitale importanza in questo delicato momento.
Ogni tanto è anche opportuno lasciare che il bambino tenti di smaltire e superare da solo alcune delle sue frustrazioni. Così come è giusto che provi ad oltrepassare qualche limite imposto dal genitore, questo gli permetterà di crescere. E di passare ai “terrible three”!
Una Bionda e Una Penna, una mamma quasi sopravvissuta ai terrible two.
PS: è la terza sera di seguito che mio figlio dorme con le ciabatte ai piedi, in questo anarchico momento della sua vita è convinto sia giusto così. E guai a chi tenta di togliergliele.
Terrible two mood on!
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