A quale genitore non è capitato di mandare i propri bimbi “in punizione”? Di fronte a reazioni ingestibili, a comportamenti maleducati e recidivi, a scatti d’ira incontrollati e poco rispettosi, i genitori sono spiazzati e, non sapendo con esattezza come gestire la situazione, ma dovendo in ogni caso rimproverare un comportamento sbagliato, ecco che ricorrono al castigo o il rimprovero urlato. Ebbene, secondo l’universo pedagogico, la strada alternativa alle punizioni improvvisate, è quella delle sanzioni “pedagogiche” a scopo educativo.
Un primo tipo di sanzione è quella “riparativa”: se hai fatto qualcosa di sbagliato devi renderti utile. Se da un lato può essere positiva perché insegna al bambino che ai propri sbagli bisogna rimediare, anche facendo qualcosa per gli altri; dall’altro lato potrebbe essere fuorviante. Infatti, in questo modo, si creano equivoci su alcuni principi etici imprescindibili, come l’altruismo e la generosità. Inoltre, il fatto di aiutare in casa e svolgere qualche piccolo compito domestico, non dovrebbe essere il frutto di una punizione, ma una prassi normale di collaborazione.
Un secondo tipo di sanzione, è quella “educativa”, che parte dal presupposto che il bambino non abbia capito, domandandosi: “avrà capito il problema?”. Mamma e papà, in questo caso, attraverso il dialogo, devono dare al figlio suggerimenti e consigli, affinché lui capisca il concetto e superi l’ostacolo, imparando meglio quello che non gli è chiaro. Sotto forma di colloquio, il genitore parla con il bambino, per offrirgli, intenzionalmente, la chiave di risoluzione.
Il padagogista italiano Daniele Novara, spiega con questo esempio la sanzione educativa. “Prediamo ad esempio Aldo, di 6 anni. La mamma ogni mattina gli ripete: “Aldo vestiti, è ora di andare a scuola”. Il bambino sembra non ascoltare e perde tempo giocherellando con le figurine. Finché non arriva la mamma che urlando prende i vestiti dall’armadio e lo veste strattonandolo.
Aldo non ascolta la mamma o non avrà capito il problema? Avrà bisogno di chiarimenti? La madre cosa potrebbe fare? Potrebbe semplicemente aiutarlo, la sera, a preparare i vestiti da mettere al mattino appoggiandoli in camera su una sedia. Questa è una regola-abitudine che una volta interiorizzata permetterà al bambino di essere autonomo e farcela da solo.”
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