L’inclusione scolastica continua a crescere: salgono al 20% le classi multietniche in Italia.
È quanto emerso dagli ultimi dati rilasciati dal Ministero dell’Istruzione e dal Merito ai Sindacati: quasi 889.000 alunni stranieri iscritti nelle scuole statali e paritarie italiane nell’anno accademico in corso. Il numero più elevato è ricoperto dai 814.500 ragazzi nelle scuole stati, in confronto ai 74.500 delle paritarie.
I dati continuano che dimostrano l’incremento degli alunni stranieri anno dopo anno
Basta confrontare le percentuali degli studenti di dieci anni fa con quelle odierne per constatare come, sia all’interno della scuola media che superiore, l’aumento sia stato significativo. Rispetto al 9,1% riscontrato nelle scuole statali di un decennio fa, oggi l’11,7% della scolaresca nelle scuole medie è di origine straniera mentre il 7,8% è quello rivestito dalle scuole di grado superiore, comunque più alto rispetto a dieci anni fa.
La presenza più rilevante si manifesta Emilia-Romagna con il 28%, in Lombardia con il 25% e il Veneto con il 24%. È evidente la presenza massiccia di studenti stranieri nelle regioni settentrionali, con percentuali più alte di quelle presenti nel meridione, le quali tendono ad essere attorno al 10%, con una media perciò decisamente più bassa ma ugualmente attiva.
Secondo le previsioni entro il 2033 il numero di scolari stranieri dovrebbe salire a un milione essendo una presenza in continua crescita, a differenza invece degli alunni italiani, diminuiti di quasi 280mila unità dall’anno 2017-2018 a quello attuale.
La compresenza in aula è finalmente una realtà
Il costante aumento di studenti stranieri non è un fatto estraneo per diverse scuole, come per l’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone di Roma, in zona Torpignattara, il quale è ormai sede di studenti stranieri al pari di quelli italiani.
Secondo le parole della preside al quotidiano Dire, infatti, gli alunni italiani nel suo istituto sono pari al al 50%, l’altra metà è fatta da ragazzi con origini indiane, afghane, bengalesi, iraniane e cinesi. L’integrazione all’interno della scuola non è perciò una novità per questa scuola, così come per molte altre, come riporta la stessa preside, aggiungendo che: “I decisori politici hanno una lentezza maggiore rispetto a ciò che avviene in realtà, ma se visitassero una qualsiasi scuola, si renderebbero conto di quanto siano cambiate le nostre classi“.
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