Alcune scuole di Greystones, in Irlanda, hanno deciso di comune accordo con i genitori di vietare l’uso degli smartphone ai ragazzi fino ai 14 anni.
Come gli smartphone stanno cambiando la fase dell’infanzia
Prima di intraprendere questa iniziativa nelle scuole di Greystones, nella contea di Wicklow, la direzione aveva fatto circolare un questionario fra i genitori, spesso preoccupati dal numero sempre maggiore di bambini che soffrivano di ansia e dipendenza dal cellulare.
In parte si era consapevoli dell’impatto avuto dal periodo del Covid, però altrettanto influente era l’uso e la moda degli smartphone, i quali erano arrivati a diventare dei veri e propri mezzi di inclusione sociale anche fra i bambini.
Dalla paura che l’esclusione potesse compromettere gli stati d’animo dei più piccoli e dal terrore che essi potessero interfacciarsi con materiale per adulti, nasce la voglia di fare fronte comune per migliorare il delicato e prezioso periodo dell’infanzia.
Secondo le parole della direttrice della scuola di St Patrick, Rachel Harper, l’infanzia si stava accorciando sempre di più e i bambini, che avrebbero dovuto godersi la loro giovane età lontana da preoccupazioni di carattere sociale, iniziavano a sentire il peso di essere considerati “diversi” solo perché senza uno smartphone.
Una soluzione comune destinata a crescere sempre di più
Si è provato in passato a negare l’utilizzo dei cellulari all’interno delle scuole, ma non ha portato a grandi risultati, consentendo ugualmente ai bambini di poterli possedere e utilizzare al di fuori delle mura scolastiche e, di conseguenza, renderli dei mezzi di inclusione o esclusione sociale.
Pensando un po’ più in grande, le associazioni genitoriali di ben otto scuole della città di Greystones hanno deciso aderire all’iniziativa “It takes a Village” che non solo vuole limitare l’abuso dello smartphone da parte dei bambini fino alle scuole secondarie (in Irlanda, equivale ai 12-13 anni), ma segue tante altre iniziative.
Questa iniziativa nasce come un progetto volontario, in cui genitori non sono obbligati a non regalare o far utilizzare il cellulare ai propri figli, ma possono decidere di farlo volontariamente e, in base alle parole della preside, pare che la percentuale dei genitori aderenti sia tale da garantire la maggioranza di bambini senza smartphone.
Sono già iniziati ad arrivare i primi risultati positivi e apprezzamenti sull’iniziativa, a partire da Nikkie Barrie, una mamma di un bimbo di 11 anni che ammette di essere molto più facilitata a negare il telefono a suo figlio sapendo che la maggior parte dei genitori ha fatto lo stesso con i propri e si auspica un’estensione del codice no-smartphone anche fino ai primi anni della scuola secondaria.
Anche in Italia, negli ultimi anni sono sbocciate le prime iniziative smartphone free in alcune scuole, su iniziativa dei genitori e della scuola: a Milano, Bologna, Latina e molte altre città.
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