È nata a Chieri la prima scuola elementare su modello finlandese: è già stata inaugurata l’anno scorso a in provincia di Torino la prima scuola d’Italia che unisce il programma scolastico italiano al modello finlandese, ampiamente accreditato in Italia e spesso identificato come il miglior metodo didattico del mondo.
La Daisy Primary School adotta il metodo finlandese
Grazie alla volontà di un gruppo di donne, scrittrici, insegnanti e artiste, la Daisy primary School di Chieri, riconosciuta dal Ministero Finlandese, riaprirà le sue porte a Settembre accogliendo per il secondo anno bambini desiderosi di apprendere attraverso questo metodo rivoluzionario.
La città non è nuova alla didattica innovativa, infatti già gli altri plessi dell’Istituto Pascal avevano fatto da capofila, come il Liceo Pascal e la Scuola Media Internazionale Holden.
Mancando all’appello una scuola elementare, Nicoletta Coppo e Monica Ferri, due delle donne che hanno deciso di promuovere questo progetto, hanno colto la palla al balzo per introdurre del tutto il metodo didattico del Nord.
Spiegano inoltre che la scelta di prediligere questo metodo innovativo nel nostro Paese, non è nata in giorno ma è frutto di una lunga riflessione, di indagini ed esperienze toccate con mano visitando le scuole del Nord Europa non solo in Finlandia, anche in Danimarca e Svezia e constatando come i loro approcci alla didattica sarebbero stati proficui anche per gli studenti italiani.
Inclusività, autonomia e curiosità: questi i cardini della nuova scuola
Il modello finlandese si differenzia da quello italiano e da quello montessoriano sotto diversi aspetti. Alcuni in particolare potranno sembrare atipici ma, a lungo termine, si sono distinti per i loro apporto efficace sulla crescita e sulla formazione dei giovani.
Fra questi, alcune parole chiave: i cosiddetti “quite time lounge”, spazi in cui i bambini possono dedicarsi alla lettura silenziosa o i “chill chat corner”, gli angoli con poltrone adibiti a far riposare la mente fra una lezione a l’altra, o, dal punto di vista dell’apprendimento, focale sarà ad esempio il “learning by doing”, ovvero il metodo del “fare per apprendere”, molto caro anche al metodo Montessoriano.
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