Dopo il suicidio di una maestra di 23 anni, migliaia di insegnanti della Corea del Sud sono scesi in piazza a protestare chiedendo più tutela contro il bullismo dei genitori.
Corea del Sud: dal suicidio di una giovane insegnante alla protesta
Vessati da genitori prepotenti e insistenti, migliaia di insegnanti hanno protestato nelle strade di Seul e di tutta la Corea del Sud chiedendo al sistema più tutela.
Il suicidio della giovane maestra di 23 anni, Lee Min-so, trovata senza vita nella sua classe da alcuni colleghi a luglio, ha scatenato l’ira dei docenti.
La ragazza insegnava da poco più di un anno, inseguendo un sogno d’infanzia. Ben presto, questa meta tanto ambita si è trasformata in un vero e proprio inferno a causa del bullismo, delle continue pressioni e minacce dei genitori degli alunni.
La BBC, in un’inchiesta, raccolto le parole del cugino della vittima, che ha portato alla luce il contenuto dei diari e di centinaia di appunti con lamentele da parte di mamme e papà degli alunni.
La manifestazione: protestare per una maggiore tutela sul posto di lavoro
Il 4 settembre, 150.000 insegnanti si sono riuniti davanti all’Assemblea nazionale di Seul vestiti di nero. Contemporaneamente, anche in altre città della Corea del Sud, si sono tenute altre proteste a cui hanno preso parte circa 70.000 persone.
Il motivo della manifestazione riguarda la paura degli insegnanti di non riuscire a mantenere la disciplina in classe a causa dei frequenti interventi dei genitori e delle accuse spesso infondate di molestie sui più piccini.
Questa situazione di forte stress emotivo è il motivo principale per cui molti insegnanti cadono in depressione.
La legge sull’abuso di minori coreana
In Corea del Sud vige una legge istituita nel 2014 che sospende automaticamente i docenti dal ruolo se accusati di abusi sui minori (compresi gli interventi per separare due o più bimbi che litigano tra loro e i rimproveri).
Gli insegnanti accusano i genitori di sfruttare questa legge sul benessere dei minori, in quanto possono essere denunciati per abusi sui minori anche solo per aver represso un bambino violento, mentre il rimprovero è spesso etichettato come abuso emotivo. Tali accuse possono comportare l’immediata rimozione degli insegnanti dal loro lavoro.
Secondo quanto riportato dalla BBC, un insegnante ha ricevuto una denuncia dopo aver respinto la richiesta di un genitore di svegliare il proprio figlio con una telefonata ogni mattina. Un altro è stato denunciato per abuso emotivo dopo aver strappato gli adesivi di ricompensa a un ragazzo che aveva usato le forbici contro un suo compagno di classe.
Un genitore, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha mostrato alla BBC il contenuto di una chat di gruppo, in cui i genitori si incoraggiavano a vicenda a molestare un insegnante per una decisione che aveva preso. “Se il tuo numero viene bloccato, usa i telefoni della tua famiglia e dei tuoi amici per chiamare”, aveva spiegato un genitore nella chat.
Un altro insegnante, Kwon, ha raccontato che nei 10 anni in cui ha insegnato ha preso due periodi di assenza per malattia per far fronte a depressione e attacchi di panico, scatenati dallo stress causato da genitori e alunni.
Fino a quattro anni fa potevi mandare uno studente disturbante fuori o in fondo all’aula, ma poi i genitori hanno iniziato a denunciarli per abusi sui minori.
Kwon si è recentemente trasferito in una scuola in una comunità più povera e ha confermato che il comportamento dei genitori nelle aree ricche era peggiore:
La loro mentalità è ‘solo mio figlio conta’, e quando tutto ciò a cui riesci a pensare è mandare tuo figlio in una buona università, diventi molto egoista. Non ho dubbi che questa pressione si trasmette ai bambini, influenzando anche il loro comportamento. Non sanno come rilasciare questa pressione, quindi agiscono ferendosi a vicenda.
Il bullismo e la violenza tra gli alunni sono problemi purtroppo noti della Corea del Sud e ad alimentare questa “cultura della lamentela” vi è la iper-competitività della società coreana, dove quasi tutto dipende dal successo accademico.
Da febbraio il governo è a lavoro per cercare di trovare una soluzione efficace contro questo problema.
Il video della settimana