Nonostante il forte ostruzionismo alla pratica naturale dell’allattamento al seno, nonostante critiche più o meno pesanti di certi “benpensanti”, proibizioni e censure in luoghi pubblici, le ricerche dimostrano sempre più spesso la straordinaria capacità nutrizionale di quello che è, ancora oggi, un alimento dalla composizione non del tutto nota.
Le grandi industrie del baby food sono riuscite ad avvicinarsi molto alla composizione del latte materno, cosa ovviamente molto utile nei casi (ribadiamo rari) in cui non sia possibile allattare al seno, ma ancora non sono riusciti ad eguagliare la complessità e l’unicità del latte di mamma, e probabilmente non ci riusciranno mai.
Da tempo sono state rese note le scoperte sulla composizione, ma una ricerca ancora più recente ha portato alla luce un’aspetto davvero sorprendente: nel latte materno sarebbero presenti cellule staminali che vengono assunte dal lattante durante la poppata. La ricerca, iniziata nel 2007, è stata curata da un gruppo di studio della della University of Western Australia (UWA) che ha così scoperto che le cellule staminali sono presenti nel latte materno e vengono perfettamente integrate all’interno dell’organismo di chi si nutre di tale latte. Ma non solo, le staminali assunte durante la poppata dal bambino avrebbero un ruolo attivo nello sviluppo dei tessuti cartilaginei, ossei, epatici e neuronali.
L’esperimento è stato condotto su alcuni topi, modificati con un gene che è riuscito a colorare di rosso le staminali. In questo modo gli scienziati hanno potuto verificare che il latte contente le staminali e assunto dai piccoli, una volta che questi erano diventati adulti, presentava tracce di staminali sia nel cervello che nel fegato. Sembra che la quantità di staminali rinvenute nel latte materno sia considerevole. Questa scoperta lascia aperte numerose strade, c’è da sperare non venga abusata per fini di lucro.
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