La disprassia verbale, nota anche come disprassia dello sviluppo verbale o disprassia evolutiva del linguaggio, è un disturbo motorio del linguaggio che colpisce la capacità di pianificare e coordinare i movimenti necessari per la produzione dei suoni e delle parole. Questo disturbo, sebbene poco conosciuto rispetto ad altre patologie linguistiche, rappresenta una sfida significativa sia per i bambini che ne sono affetti sia per le loro famiglie.
Questi bambini possiedono solitamente un’intelligenza nella norma, ma la loro capacità di articolare parole e frasi è compromessa, rendendo la comunicazione un’impresa frustrante e spesso dolorosa. La disprassia verbale può manifestarsi con diversi gradi di severità, influenzando vari aspetti del linguaggio, dall’uso dei suoni alla costruzione di frasi complesse.
In questo articolo, insieme alla dottoressa Daria Protti, logopedista specializzata sull’argomento, esploreremo i sintomi, le caratteristiche e le terapie di intervento per la disprassia verbale, così da individuare le strategie più efficaci per supportare il bambino nel percorso di sviluppo linguistico.
Che cos’è la disprassia verbale
Se dopo i tre anni il linguaggio del vostro bambino risulta ancora difficile da capire o addirittura incomprensibile la causa potrebbe essere la disprassia verbale.
La disprassia verbale è un disturbo neurologico che riguarda la programmazione motoria del linguaggio.
Detto in parole povere, è una problematica motoria per cui il cervello fa fatica a programmare ed eseguire i movimenti del linguaggio verbale. Il risultato è che le parole vengono pronunciate in modo poco chiaro o addirittura non comprensibile.
Si tratta quindi di un problema motorio, non linguistico come spesso erroneamente si crede. La persona con disprassia verbale sa esattamente cosa vuole dire e nella sua mente le parole sono formate in maniera corretta. Quando si concepisce una parola, però, il cervello deve programmare ed eseguire il movimento necessario per pronunciarla ed è lì che sorge il problema.
Quando la disprassia è molto grave il bambino non riesce nemmeno ad iniziare il movimento articolatorio e resta non verbale. La disprassia è infatti può essere uno dei motivi per cui un bambino “non parla”. In casi meno gravi il linguaggio viene prodotto, ma in forma più o meno alterata.
Caratteristiche della disprassia verbale
Tra le alterazioni principali della programmazione motoria verbale che contribuiscono a rendere il linguaggio non comprensibile troviamo:
- Apertura mandibolare eccessiva o molto ridotta
- Mandibola instabile che slitta lateralmente o frontalmente
- Difficoltà a chiudere le labbra per produrre la /m/ o a retrarle per produrre /i/ ed /e/
- Difficoltà ad arrotondare le labbra per produrre suoni come /u/ ed /o/
- Difficoltà a sollevare o retrarre la lingua
- Incapacità di unire i suoni tra di loro, per cui il linguaggio risulta spezzato e poco fluido
- Problematiche di coordinazione pneumofonica (coordinare il flusso d’aria e i movimenti articolatori), che causano voce debole o soffiata.
Importanza di una corretta valutazione
Quando ci troviamo di fronte a un bimbo che ha un ritardo o un problema nello sviluppo del linguaggio è quindi importante effettuare una valutazione logopedica accurata e capire se si tratta di un problema di tipo linguistico o motorio.
Alcune difficoltà che riguardano la sfera linguistica sono ad esempio: problemi nella comprensione del linguaggio, vocabolario limitato, difficoltà nella corretta costruzione grammaticale delle frasi e disturbo fonologico, cioè difficoltà a riconoscere e produrre correttamente i suoni che compongono le parole.
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Ovviamente la disprassia verbale può coesistere con problematiche linguistiche come ad esempio un disturbo fonologico.
Disprassia verbale, disprassia motorie e comorbità
La disprassia verbale può riguardare tutti: bambini o adulti che hanno un neurosviluppo regolare, persone con varie sindromi come la sindrome di Down o persone autistiche. In particolare nell’autismo l’incidenza della disprassia verbale è molto alta. Gli studi ci dicono che oltre il 60% delle persone con diagnosi di autismo hanno una forma di disprassia verbale più o meno grave.
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La disprassia non riguarda solo il linguaggio verbale ma può coinvolgere anche i movimenti fini o grossolani del resto del corpo: parliamo in questo caso di disprassia motoria. La disprassia verbale può verificarsi in maniera isolata o in comorbidità con la disprassia motoria. Quando questo accade, un approccio globale che miri ad superare gradualmente le difficoltà motorie di corpo e bocca porta di solito i risultati migliori.
In molti casi la disprassia verbale si accompagna ad altre alterazioni che contribuiscono ad aggravare le problematiche articolatorie, come debolezza muscolare ed alterazioni della percezione sensoriale del distretto bucco-facciale.
Il trattamento della disprassia verbale
Il trattamento della disprassia verbale viene fatto da un logopedista specializzato. È infatti molto importante utilizzare un metodo specifico per le difficoltà di programmazione motoria del linguaggio.
Di fatto, il trattamento che di solito viene riservato a persone che hanno un problema linguistico, di comprensione verbale o di ampiezza del vocabolario, non è assolutamente adatto a persone che hanno una disprassia verbale.
Perché questo? Solitamente i trattamenti non specifici per la disprassia verbale si basano su input uditivi e visivi: il logopedista, parlando e facendomi vedere come si muove la sua bocca, mi fornisce un modello e io imparo per imitazione.
Una persona con disprassia verbale non riesce a imitare un movimento articolatorio semplicemente ascoltando il modello verbale che riceve e guardando come si muove la bocca della persona che gli parla. La maggior parte dei metodi specifici per il trattamento della disprassia verbale, quindi, si avvalgono di aiuti ulteriori oltre agli stimoli visivi e uditivi. Tra i metodi più efficaci per il trattamento della disprassia verbale troviamo:
1. Prompt
Il Prompt (acronimo di Prompt for Restructuring Oral Muscular Phonetic Targets) è un metodo nato negli anni ’80 grazie alla logopedista statunitense Debora Hyden. È un insieme di tecniche utilizzate durante le sedute di logopedia per sviluppare le abilità motorie coinvolte nel linguaggio.
Con questo metodo il logopedista coinvolge il bambino in attività ludiche mentre applica degli input tattili sulla bocca e sul volto del bambino. In parole povere, poiché il cervello non riesce a programmare da solo il movimento per produrre un suono o dire una parola, il logopedista muove delicatamente la mandibola e le labbra del bambino o fornisce delle stimolazioni tattili in corrispondenza del muscolo miloioideo.
In questo modo il cervello registra progressivamente per induzione i movimenti coinvolti nel linguaggio e impara, nel tempo, a riprodurli in maniera autonoma.
2. Oral Motor Therapy
Anche questa tecnica nasce negli USA, grazie alla logopedista Sara Rosenfeld Johnson, per il trattamento dei disordini del linguaggio e dell’alimentazione. Come il Prompt, anche questo metodo è multisensoriale, impiega cioè stimoli visivi, uditivi e tattili.
Dopo la consueta valutazione preliminare vengono proposti al paziente (bambino, adulto o anziano) degli esercizi specifici e personalizzati in base alle sue caratteristiche e agli obiettivi da raggiungere.
L’Oral Motor si avvale di strumenti terapeutici che in molti casi sembrano dei semplici giochi, come bolle di sapone, fischietti, cannucce. In questo modo è più facile ottenere la collaborazione dei più piccoli.
3. Novafon
Il Novaton è uno strumento per la terapia a vibrazione locale.
Applicato sul volto e all’interno della bocca migliora la percezione sensoriale, rafforza la muscolatura e aiuta a stimolare l’emersione di nuovi suoni.
Cosa possono fare i genitori?
Il trattamento della disprassia verbale è molto complesso e richiede un logopedista specializzato, ma nello stesso tempo è fondamentale la collaborazione dei genitori.
Perché il trattamento abbia successo è infatti importante stimolare le abilità articolatorie con frequenza. I genitori dovranno quindi essere adeguatamente formati per poter svolgere a casa gli esercizi specifici dati dal logopedista, esercitando parole e suoni nella modalità indicata.
Età e durata del trattamento
La disprassia verbale può essere trattata a qualunque età, anche da adulti, anche se solitamente nei bambini più piccoli i cambiamenti si vedono più velocemente.
In linea generale il trattamento della disprassia verbale è molto lungo, perché occorre ricondizionare le traiettorie di movimento che il cervello programma per parlare. La velocità e la portata dei cambiamenti dipendono dal livello di gravità e da eventuali altre problematiche che il paziente presenta.
Non si può generalizzare, ma nei casi gravi l’orizzonte temporale del trattamento è di almeno due anni.
È possibile prevenire la disprassia verbale?
Prevenire la disprassia verbale non è possibile, perché si tratta di un disturbo neurologico le cui cause sono estremamente varie. Ad ogni modo una sana e corretta stimolazione della bocca nei primi due anni di vita pone le basi per un corretto sviluppo sensoriale, muscolare e in parte anche motorio, evitando quindi quelle comorbidità che aggravano la disprassia verbale.
Cercate di promuovere un’alimentazione sana per il vostro bambino, ma anche varia sotto il profilo delle consistenze. Incoraggiatelo a mangiare anche cibi duri come le verdure crude, la crosta del pane, la carne intera e non tritata, per sviluppare le abilità motorie legate all’alimentazione e la forza muscolare.
Nei bimbi più piccoli permettete di esplorare gli oggetti con la bocca (durante la famosa fase orale). Questo favorirà un corretto sviluppo della percezione delle parti che compongono la bocca. Una corretta percezione sensoriale della bocca è infatti fondamentale per averne il controllo motorio.
Cosa faccio se sospetto che il mio bambino abbia una disprassia verbale?
Se sospettate che il vostro bambino abbia una disprassia verbale attivatevi subito: prima si interviene, più breve ed efficace sarà il trattamento. Potete richiedere una visita con un neuropsichiatra o un foniatra, che sono le figure mediche preposte alla diagnosi, oppure potete richiedere una valutazione ad un logopedista specializzato in disprassia verbale.
Dopo la valutazione il logopedista vi fornirà informazioni specifiche sul tipo di disprassia verbale del vostro bambino e sulle difficoltà motorie che presenta e vi proporrà un piano di trattamento per iniziare immediatamente ad aiutare vostro figlio.
Dott.ssa Daria Protti – Logopedista e mamma di un bambino autistico. Specializzata nel disturbo dello spettro autistico, nei disturbi del linguaggio e disprassie verbali con Prompt e Oral motor therapy.
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