‘Papà, non voglio che tu venga a vedere le mie partite’: la campagna contro i genitori ultras

Negli ultimi anni, un fenomeno sempre più diffuso ha attirato l’attenzione di educatori e organizzazioni sportive: l’atteggiamento scorretto dei genitori durante le partite dei propri figli.

Scene di urla, insulti e comportamenti aggressivi sono diventate comuni nei campi da calcio dei più giovani, minando lo spirito educativo dello sport. Per affrontare questo problema, la Fondazione catalana Brafa ha lanciato una campagna di sensibilizzazione dal titolo Papá, no vengas (Papà, non venire), con l’obiettivo di educare i genitori al rispetto e al fair play, per il bene dei loro figli.

Il messaggio dei bambini: “Non venire se non ti comporti bene”

Il cuore della campagna è un video toccante in cui i bambini, attraverso una voce fuori campo, esprimono il desiderio di giocare felici, senza la pressione dei genitori che urlano e litigano a bordo campo.

“Se pensi che io debba sempre essere il migliore, non venire. Se il risultato è la cosa più importante per te, non venire”, dice il messaggio rivolto ai genitori. Il video mostra padri e madri che, invece di sostenere serenamente i figli, si trasformano in veri e propri teppisti, urlando contro gli arbitri, allenatori e persino altri genitori.

Questo comportamento non solo rovina il divertimento dei piccoli calciatori, ma li mette sotto pressione, rendendo lo sport una fonte di ansia e non più di svago.

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Il messaggio finale è chiaro: “Se vieni, vieni per fare il tifo, divertiti e riposati. Voglio solo giocare felice.” La campagna ha avuto un forte impatto, diventando virale sui social e diffondendosi in molti centri sportivi, non solo in Spagna, ma anche in altre nazioni come l’Argentina, dove la Buenos Aires Rugby Union ha rilanciato il messaggio per promuovere il rispetto durante le partite di rugby giovanili.

Il rispetto come pilastro fondamentale dello sport

La campagna sottolinea come il rispetto sia uno dei valori fondamentali dello sport, e che insegnarlo fin da piccoli sia cruciale per formare futuri atleti, ma soprattutto individui ris pettosi e consapevoli.

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Gli atteggiamenti di violenza verbale o fisica da parte dei genitori non solo danneggiano l’immagine dello sport, ma creano un ambiente tossico che scoraggia i bambini e li allontana dalla gioia di giocare.

Lo sport, soprattutto a livello giovanile, deve essere un’occasione per imparare la disciplina, il lavoro di squadra e il rispetto delle regole. La campagna Papá, no vengas ci ricorda che il ruolo dei genitori dovrebbe essere quello di sostenere i propri figli senza imporre pressioni o aspettative eccessive.

Ecco il messaggio completo:

Se pensi che io debba sempre essere il migliore, non venire.
Se il risultato è la cosa più importante per te, non venire.
Se hai intenzione di urlare all’arbitro ogni volta che pensi che abbia torto, non venire.
Se non riesci a sopportarmi in panchina, non venire.
E se hai intenzione di arrabbiarti ogni volta che fallisco, non venire.
Se vieni, vieni e divertiti, per fare il tifo. E per riposare. Voglio solo giocare felice.

Solo così si può garantire che i piccoli calciatori possano crescere in un ambiente sano e positivo, dove la felicità e il divertimento sono al centro dell’esperienza sportiva.

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