Mamma di una ragazza autistica apre una pasticceria per l’inclusione

22 novembre 2024 –

Quando Amelia Montedoro, ingegnera dei materiali e madre di Lorena, ha deciso di aprire una pasticceria, non si è trattato solo di realizzare un sogno imprenditoriale.

Era molto di più: un gesto d’amore, un progetto di inclusione, e soprattutto un modo per assicurare un futuro lavorativo alla figlia Lorena, una giovane di 20 anni con autismo.

Una ragazza con la passione per la pasticceria

Lorena, con una grande passione per la pasticceria, ha sempre trovato nella precisione e nella meticolosità delle sue preparazioni un modo per esprimere se stessa.

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Diplomatasi con ottimi voti all’Istituto Beccari, la sua competenza e la passione hanno reso subito evidente alla mamma Amelia il percorso da seguire. Gli specialisti avevano consigliato alla mamma di sviluppare i talenti di Lorena, costruendo attorno ad essi un futuro concreto. Da questo suggerimento è nata l’idea di creare un laboratorio di pasticceria, dove la precisione e l’attenzione ai dettagli, punto di forza di Lorena potessero trovare il loro spazio naturale.

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Così il 10 novembre scorso, a Torino, è nata la pasticceria “Lolelì”, un luogo che rappresenta la realizzazione di un sogno e una speranza per tanti altri giovani con disabilità cognitive.

Infatti mamma Amelia non si è limitata ad aprire un semplice negozio. Ha affittato un’ex ferramenta, trasformandola in un ambiente accogliente, con un laboratorio moderno e una zona bar-ristorante. Così è nata “Lolelì”, un nome che racchiude un tocco personale e famigliare: “Lo” per Lorena, “le” per il fratello minore Michele, e “lì” per Amelia stessa, con un tocco di eleganza francese. La pasticceria non è solo un’attività commerciale, ma un simbolo di famiglia, inclusione e sogni che prendono forma.

Un progetto di inclusione sociale

“Lolelì” non è solo una pasticceria, è un progetto di inclusione sociale. Grazie alla collaborazione con la Onlus Associazione di Idee, Amelia ha potuto assumere altri giovani con autismo e disabilità cognitive, creando un ambiente di lavoro eterogeneo e inclusivo. Questo spazio è diventato un esempio di integrazione, un luogo in cui le differenze si trasformano in forza e collaborazione. Qui, i ragazzi possono acquisire competenze professionali, crescere, e soprattutto sentirsi parte di una comunità che li valorizza per le loro capacità.

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Per Amelia, l’obiettivo non è mai stato solo quello di garantire un futuro lavorativo a sua figlia, ma anche di creare una realtà in cui ogni giovane con disabilità possa trovare dignità, rispetto e una possibilità concreta di inserirsi nel mondo del lavoro. Questo progetto è un faro per tante famiglie che ogni giorno affrontano difficoltà simili, mostrando che, con determinazione e sostegno, i sogni possono diventare realtà.

Le difficoltà e la determinazione di una mamma

Ovviamente il percorso verso l’apertura di “Lolelì” non è stato privo di ostacoli. Amelia ha bussato a numerose porte, cercando anche il sostegno istituzionale necessario per dare vita al suo progetto, ma spesso ha trovato solo silenzi e mancate risposte. Ciononostante, la sua determinazione non è mai scemata. La sua passione per il progetto e l’amore per sua figlia l’hanno spinta a continuare, trovando infine il supporto della Onlus L’Associazione di Idee, che non solo ha contribuito all’inserimento del personale, ma la sta anche aiutando a candidarsi per un bando regionale.

Amelia infatti spera che un eventuale contributo pubblico possa permetterle di ampliare il progetto, offrendo nuove opportunità di stage a ragazzi con fragilità. Il suo obiettivo è creare uno spazio in cui il lavoro non sia solo un mezzo di sostentamento, ma anche uno strumento di realizzazione personale, che possa donare dignità e valorizzare il potenziale di ogni individuo.

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