Lily Collins e la maternità surrogata: l’annuncio sui social e le critiche

4 febbraio 2025 –

L’attrice e modella inglese Lily Collins, nota al grande pubblico per il suo ruolo nella fortunata serie Netflix Emily in Paris, ha recentemente annunciato la nascita della sua prima figlia insieme al marito, il regista Charlie McDowell.

La coppia ha scelto di condividere la gioia del lieto evento tramite un post su Instagram, dove hanno presentato al mondo la piccola Tove, un nome di origine scandinava che significa “amata e bella”. La notizia ha generato numerosi commenti di affetto e felicitazioni, ma ha anche scatenato qualche polemica riguardo alla decisione di affidarsi alla gestazione per altri (GPA).

Il lieto annuncio e il significato di Tove

Nella foto pubblicata sui social, Lily e Charlie appaiono radiosi mentre tengono in braccio la loro bambina. A corredo dell’immagine, un messaggio pieno di gioia: i due neo-genitori hanno espresso tutta la propria gratitudine per essere riusciti ad allargare la famiglia, ringraziando anche la madre surrogata che ha permesso loro di realizzare questo sogno. Nel post, l’attrice sottolinea l’importanza della scelta del nome Tove: un omaggio alle radici nordeuropee e un augurio di bellezza e amore per la piccola.

La risposta dei fan non si è fatta attendere. Sono fioccati like, cuori e messaggi di congratulazioni da fan e amici che ammirano da tempo la giovane attrice, sia per il suo talento che per la sua eleganza. Molti, infatti, la conoscono per i ruoli cinematografici in film come Biancaneve e Fino all’osso, o appunto per la serie Emily in Paris, dove veste i panni di una consulente di marketing americana alle prese con la vita frenetica e affascinante di Parigi.

La scelta di ricorrere alla maternità surrogata

Nonostante il calore e l’entusiasmo ricevuto, la coppia ha dovuto affrontare anche reazioni negative da parte di chi non approva la maternità surrogata. Alcune persone hanno commentato in modo poco gentile la decisione di Lily e Charlie, sollevando dubbi e critiche sull’opportunità di ricorrere alla “gestazione per altri” per diventare genitori.

Tra i commenti più critici, “La normalizzazione di tutto questo fa così paura”, “comprare bambini non è giusto”. Molti fanno anche riferimento allo sfruttamento delle donne che accettano di affrontare una gravidanza per altri. Sullo sfruttamento ne abbiamo già parlato ampiamente qui.

Nel post, Lily Collins ha accennato solo brevemente al percorso personale che l’ha portata a questa scelta, limitandosi a ringraziare l’incredibile madre surrogata che ha reso possibile la nascita di Tove. Ha poi ribadito come la figlia rappresenti un vero e proprio miracolo, frutto di un processo lungo e delicato, vissuto con speranza e determinazione.

La replica di Charlie McDowell

A intervenire in modo più diretto è stato il marito, Charlie McDowell, che ha risposto a diversi messaggi. In un commento, il regista ha innanzitutto ringraziato coloro che hanno inviato auguri e dimostrazioni di affetto, esprimendo quanto lui e Lily siano “al settimo cielo” per la nuova arrivata.

Poi, rivolgendosi a coloro che avevano criticato la GPA, McDowell ha spiegato come spesso si parli di un argomento delicato senza conoscerne davvero le cause e le motivazioni.

Va bene non essere esperti di maternità surrogata”, ha ammesso. Con queste parole, ha invitato tutti a riflettere prima di giudicare percorsi personali che non si conoscono: che si tratti di un problema di salute o di altre questioni intime, ogni storia ha la sua unicità.

Per quanto riguarda i messaggi poco gentili sulla maternità surrogata e il nostro percorso verso l’avere un bambino, va bene non essere esperti in maternità surrogata. Va bene non sapere perché qualcuno potrebbe aver bisogno di una madre surrogata per avere un figlio. Va bene non conoscere le motivazioni di una maternità surrogata indipendentemente da quello che presupponete. E va bene spendere meno tempo a sputare odio nel mondo, soprattutto per quanto riguarda una bellissima bambina che ha portato tanto amore nella vita delle persone. Per ora è tutto perché ha appena fatto la cacca e devo cambiarle il pannolino.

Così papà Chris ha concluso il suo intervento con una nota ironica e tenera, sottolineando il suo nuovo ruolo nella vita della piccola. Un compito che – come ogni nuovo papà – affronta con amore e dedizione.

Riflessioni su un tema delicato

La maternità surrogata è un argomento complesso e spesso divisivo, che tocca aspetti etici, legali e culturali. In molti paesi è regolata da leggi severe, in altri è vietata, e in altri ancora non è adeguatamente normata.

Ma al di là delle posizioni personali, quando si parla di GPA occorre sempre considerare le circostanze specifiche di chi sceglie questa strada. Ogni coppia, o singolo, che ricorre alla gestazione per altri lo fa generalmente dopo un lungo percorso, spesso costellato di ostacoli medici, emotivi e burocratici.

La vicenda di Lily Collins e Charlie McDowell accende i riflettori su quanto sia importante mostrarsi aperti e comprensivi verso esperienze che non conosciamo fino in fondo. Giudicare dal di fuori, senza cognizione di causa, può causare sofferenza a persone che hanno già dovuto affrontare sfide considerevoli.

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