E speriamo che sia maschio!
Questa la frase che spesso ci si sente ripetere, o meglio, soprattutto in passato ci si sentiva ripetere quando si aspettava un bambino. Speriamo che sia maschio, certo, o al massimo femmina. Ovvio, le alternative non sembrerebbero essere molte, ma andando oltre i luoghi comuni, soffiando via la polvere accumulata da anni di stereotipi si sta scoprendo una realtà ricca di sfumature. L’ultima cosa a cui un genitore pensa è che la sessualità del proprio figlio possa non essere ben definita. Ma spesso accade quello che proprio non era stato messo in conto.
Questa la trama narrativa a grandi linee del corto di HollySiz, dove protagonista è un bambino transgender. Lo vediamo a scuola, seduto nel suo banco, vestito con un abitino viola da bambina, mentre alcuni compagni gli lanciano sguardi di scherno che un’accorta maestra contiene prontamente. Lo vediamo nella sua cameretta mentre si pavoneggia col suo bel vestitino viola davanti allo specchio, come fanno le bambine e mentre gioca con dei mini pony, quei cavallini colorati con chiome fluenti. Proprio questo giocattolo fa perdere l’ultimo lembo di pazienza a un padre che, palesemente, soffre per la natura del figlio.
Abbiamo invece una madre molto attenta, molto accogliente e che sembra aver compreso e accettato le inclinazioni del figlio. Ma se la madre è persona risolta, il padre ancora non riesce ad accettare una situazione che, se coglie impreparati, è comunque difficile da gestire.
Iniziano i litigi, la situazione tra i due genitori è sempre più tesa, il bambino si chiude in un mutismo assordante. Ma il finale del corto stupisce, stupisce e commuove. Oltre gli sguardi di biasimo della gente, oltre l’opinione sociale, oltre le convenzioni, c’è il cuore di un padre. Un padre rigido, forse legato alle concezioni classiche di famiglia, ma che trova spazio per capire, e lo farà in un modo eclatante, fuori da ogni aspettativa.
Il video della settimana
Ho pianto un quarto d’ora. Bellissimo