Situazione critica e preoccupante in Molise, che ottiene il primato di regione con il più alto tasso di medici obiettori di coscienza in Italia. Nella regione esiste una sola struttura dove le donne possono recarsi per interrompere la gravidanza, struttura che fino a qualche tempo fa era presieduta dal dottor Michele Mariano, prossimo alla pensione.
Con la prospettiva del pensionamento, l’autorità sanitaria regionale si è trovata costretta a posticipare l’uscita del dottor Mariani, così da garantire alle donne il diritto all’aborto.
Diritto di aborto in Molise: una situazione che fa preoccupare
I numeri fanno molto discutere: in Molise, il tasso di obiettori di coscienza corrisponde a circa il 92,3% dei sanitari in servizio. Ultimo superstite della schiera dei medici che praticano interruzioni di gravidanza è il dottor Michele Mariano, il quale da quarant’anni esegue aborti presso l’ospedale Antonio Cardarelli di Campobasso. All’età di 69 anni, il medico ha espresso la volontà di andare in pensione e per l’ospedale e in generale per le istituzioni sanitarie regionali sono iniziati i problemi: senza di lui, infatti, in tutto il territorio molisano non ci sono più medici disponibili a praticare aborti.
Il rinvio della pensione per il medico Michele Mariano: la pandemia come motivo di rinvio
Le autorità sanitarie, dunque, non hanno avuto altra scelta che rinviare il pensionamento del medico, utilizzando la pandemia come motivazione per trattenerlo in servizio. Le direttive ministeriali, infatti, permettono alle ASL di tenere in sevizio anche medici prossimi alla pensione, per motivi di urgenza e per carenza di personale nel contrasto alla pandemia.
In particolare, la direttiva parla di “livelli essenziali di assistenza” in tempo di pandemia: una locuzione nella quale rientra a pieno titolo anche il diritto all’aborto, e la necessità di avere un medico disposto ad eseguirlo in totale sicurezza.
L’ASREM (l’Azienda Sanitaria della Regione Molise) nel frattempo ha bandito un concorso per medico non obiettore, che però non ha ricevuto alcuna domanda: un altro dato, questo, che deve far riflettere sulle condizioni di lavoro dei medici non obiettori.
Infatti in Italia sorgono diversi disincentivi per i medici non obiettori : turni estenuanti, poca possibilità di carriera e isolamento da parte dei colleghi. Che eventualmente professano un’obiezione di coscienza “di comodo” negli ospedali per poi comunque effettuare diagnosi prenatali e interruzioni di gravidanza nelle cliniche private. Una scelta di comodo che purtroppo pesa sulle vite di centinaia di donne.
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