Ha dell’incredibile la storia proveniente da Pavia, dove una coppia di genitori ha aggredito con botte e frustate i due figli adolescenti per i brutti voti ottenuti a scuola.
Di ritorno da scuola infatti ad attendere i giovani di 8 e 13 anni c’erano mamma e papà, che si sono resi protagonisti di terribili episodi di violenza: i due giovani, rei di non aver portato a casa buoni voti, venivamo infatti picchiati con manici di scopa, o frustati con cavi elettrici.
A distanza di tre anni dagli drammatici e incredibili episodi di violenza il tribunale ha stabilito che i genitori dovranno risarcire i due figli.
Botte e frustate per punizione
Ha fatto scalpore la vicenda avvenuta a Pavia e che ha visto coinvolti due ragazzi che oggi hanno 12 e 16 anni, che quasi ogni giorno al rientro da scuola si vedevano ripetutamente colpiti e frustati perché colpevoli di un andamento scolastico prossimo alla sufficienza.
Che fosse il manico della scopa usato come verga o i cavi elettrici utilizzati come frusta, la coppia di genitori di origine indiana era solita impiegare come mezzo di correzione per i propri figli la violenza, fisica oltre che verbale.
I figli, un maschio e una femmina, all’epoca avevano 9 e 13 anni, e proprio a scuola sono avvenute le prime segnalazioni da parte di insegnanti e compagni. Questi ultimi avevano notato lividi e segni frequenti sul corpo dei due giovani.
È toccato poi al maschio, più grande, denunciare i continui pestaggi subiti da lui e dalla sorella.
La decisione del Tribunale di Pavia
A distanza di tre anni dall’accaduto il tribunale pavese ha preso una decisione in merito. I maltrattamenti sono stati puniti con una multa di 10 mila euro che i genitori dovranno versare a ciascuno dei due figli.
Inoltre mamma e papà son stati condannati a quattro mesi di reclusione per abuso di mezzi di correzione.
Attualmente la pena è stata sospesa, e il legale dei genitori ha fatto sapere di voler ricorrere in appello, in virtù del fatto che i due genitori continuano a minimizzare gli episodi e affermano che all’interno della famiglia sia di nuovo sorto un rapporto cordiale e amorevole nei tre anni trascorsi.
In questo lasso di tempo peraltro i due ragazzi sono stati affidati prima al Comune di Pavia e poi inseriti in una comunità in attesa del giudizio del tribunale.
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