L’acetone è un fenomeno abbastanza frequente dopo uno stato febbrile del bambino. Non c’è da preoccuparsi poiché non è da considerarsi come una vera malattia, quanto uno stato transitorio. Questo non significa che il disturbo debba essere sottovalutato, al contrario, è molto importante riuscire a riconoscerlo e sapere come trattarlo.
Come riconoscere l’acetone
Riconoscere l’acetone, o chetosi, non è complicato anzi. Prestiamo attenzione all’odore dell’urina del bambino e all’alito. Entrambi, infatti, avranno un odore acre molto particolare. Apparentemente il bambino potrebbe non mostrare grande disagio se non mostrarsi più stanco e svogliato, ma potrebbe anche manifestare violenti episodi di vomito e febbre, talvolta anche alta. Per avere la certezza che si tratti effettivamente di acetone, l’unica cosa da fare è quella di utilizzare il kit per il test in farmacia. Si tratta di stick che a contatto con l’urina del bambino assumono una colorazione che indica se c’è acetone o meno.
Come si cura
L’acetone non si cura, ma si possono ridurre i sintomi, la febbre con un normale antipiretico, se per il bambino dovesse essere un problema. In ogni caso è bene integrare con dei sali minerali. L’unico rimedio, se tale si può definire, è quello di dare dello zucchero, un paio di cucchiaini al bambino. L’acetone, infatti, è la conseguenza di uno stato febbrile che ha indotto l’organismo ad attingere alle riserve di lipidi, causando la formazione dei chetoni. Una volta ripristinato l’equilibrio di zuccheri nel corpo l’episodio di acetone cesserà.
Da sapere
Ormai non viene più data una dieta al bambino che abbia un attacco di acetone, soprattutto la classica dieta in bianco, ma è meglio evitare i grassi per qualche giorno. Più che altro, se il bambino non ha voglia di mangiare, è meglio non insistere, mentre è bene fargli bere molta acqua. In pochi giorni il disturbo passerà.
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