Un recente studio condotto in Finlandia afferma che aiutare i bambini nello svolgimento dei compiti a casa nuoce al loro sviluppo e li rende insicuri.
Sostenere e aiutare i propri bambini nello svolgimento dei compiti a casa è per la maggior parte dei genitori un’abitudine spontanea e naturale, ma alcuni studi condotti dalle Università della Finlandia Orientale (e in particolare dalla cittadina di Jyvaskyla) affermano che in realtà è controproducente.
Aiutare i figli durante i compiti a casa, un naturale gesto d’amore da parte dei genitori
La ricercatrice Jaana Viljaranta, dopo aver sottoposto ad osservazione un gruppo di alunni appartenenti alla seconda, terza e quarta classe della scuola primaria, è giunta alla conclusione che se lasciati soli i bimbi sviluppano maggiore tenacia e desiderio di raggiungere l’obiettivo scolastico.
Al contrario, se eccessivamente guidati o aiutati, perdono fiducia nelle loro capacità e vivono l’errore con un senso di colpa assoluto. Sbagliare qualcosa durante l’attività scolastica invece, spiega la professoressa Viljaranta, induce l’alunno a concentrarsi maggiormente su ciò che deve fare e lo invoglia ad eseguirlo al meglio.
È necessario che i figli crescano in libertà e autonomia anche a costo di farli sbagliare
Le tesi dello studio condotto in Finlandia sono appoggiate e convalidate anche dallo psicoterapeuta Alberto Pellai, docente di Psicologia dell’età evolutiva presso l’Università degli Studi di Milano.
Il dottore afferma che oggigiorno gli adulti hanno sviluppato la tendenza ad essere genitori “spazzaneve”, ossia madri e padri che si mettono davanti al figlio nella risoluzione di un problema, spesso sostituendosi a lui.
Questo atteggiamento produce sostanzialmente tre effetti negativi: rende il bambino incapace di affrontare le situazioni da solo, gli fa perdere fiducia nelle proprie capacità e lo induce ad aspettarsi sempre più cose dalla collaborazione del genitore.
Secondo Pellai invece i genitori di oggi dovrebbero liberarsi dal desiderio di rendere i loro figli perfetti, dal momento che la prerogativa peculiare dell’essere umano non è essere infallibili, ma imparare e migliorare dai propri sbagli.
Bisogna seguire i bambini nel loro percorso, non raggiungere a tutti i costi il traguardo; solo così potranno crescere sereni e consapevoli delle loro qualità.
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