Eliminare carne e derivati dalla propria alimentazione è una scelta che non passa solo dalla tavola: se avete deciso di essere vegetariane o vegane, preparatevi a fare i conti con ingredienti “indesiderati” che si nascondono dove meno ve lo aspettate. Anche nei farmaci.
L’ultima denuncia in ordine di tempo viene dai medici Kinesh Patel e Kate Tatham, i quali rendono noto in uno studio pubblicato sul British Medical Journal che ben tre farmaci su quattro contengono derivati animali la cui presenza non viene specificata nell’elenco dei componenti.
Dunque, un’etichettatura ingannevole e poco chiara, che priva il paziente della possibilità di sapere cosa ingerisce. Tutto questo perché essere vegetariani o vegani è considerato uno stile di vita, dunque qualcosa di non rilevante ai fini dell’informazione medica.
C’è da dire però che i derivati animali nei farmaci potrebbero “disturbare” anche persone con particolari allergie, per non parlare di chi è sottoposto a restrizioni alimentari per motivi religiosi, com’è successo in Scozia con le proteste della comunità musulmana contro il vaccino antinfluenzale contenente derivati suini.
Fra le più comuni sostanze di origine animale che rischiamo di assumere senza esserne consapevoli ci sono lattosio (spesso usato come polvere diluente), gelatine (per incapsulare i farmaci) e magnesio stearato, che in realtà potrebbero essere sostituiti da valide alternative veg (ad esempio, le gelatine vegetali) o prodotti sinteticamente in laboratorio, con costi magari inizialmente più alti rispetto a quelli degli ingredienti tradizionali, ma di certo comprimibili nel caso in cui la scelta di abolire i derivati animali s’imponesse su una produzione di larga scala.
Indipendentemente da quale sia la motivazione – ambientale, animalista, etica, religiosa, culturale, di salute – che ci spinge a rifiutare carne e derivati, sapere che cosa contengono i prodotti con cui veniamo in contatto, tanto più se si tratta di farmaci, è per tutti un diritto irrinunciabile.
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