“Mamma posso?”, “Mamma per favore!”, “Mamma, voglio quello!”. Quante cose chiedono i bambini? A partire dai 3 anni le domande dei piccoli si intensificano e mettono a dura prova la capacità manageriale di un genitore.
Quanto sarebbe bello poter dire sempre sì? Eppure, un atteggiamento troppo accomodante è davvero poco educativo.
Allo stesso tempo dire no troppo frequentemente o senza motivazione potrebbe creare difficoltà nella comprensione del piccolo alle prese con un’importante fase di crescita.
Come fare quindi a comunicare al piccolo una negazione in modo costruttivo?
Semplice! Esistono tante alternative all’antipatica parolina “no!”.
Alternative costruttive di “no”
- Una tecnica molto diffusa è quella dell’approccio positivo. Sostituire il divieto di poter compiere un’azione con la proposta di un’alternativa concreta è un metodo infallibile per dire no evitando i capricci. Al posto che dire “Non lanciare la palla in cucina”, provate a suggerire “Vediamo se riesci a far rotolare la palla lungo il corridoio”. Questa semplice affermazione costruttiva eviterà di bloccare i bambini nel bel mezzo di un’attività e li aiuterà a spostare l’attenzione verso un’altra azione, altrettanto sfidante.
- Se il vostro piccolo è nella fase in cui vuole sentirsi indipendente e scegliere autonomamente (quante di voi sono alle prese con bambine che vogliono indossare un outfit improbabile per andare a scuola?), non imponete la vostra superiorità, al grido di “decido io!”, ma offrite, furbescamente, delle alternative per farlo sentire importante e considerato, guidandolo verso un comportamento corretto.
- Il vostro bambino insiste per mangiare un dolcino prima di pranzo? La risposta più ovvia sarebbe un secco no, ma a quale prezzo? Perché non offrirgli la possibilità di scegliere tra una fettina di mela o un pomodorino? Oppure presentargli l’opzione di attendere dopo pranzo per assaggiare un dolcetto? Senza esagerare con le opzioni (due sono più che sufficienti), vedrete che il vostro piccolo messo di fronte alla libertà di decidere autonomamente farà la sua scelta con il sorriso!
Ultimo suggerimento: ci sono situazioni in cui dire no è obbligatorio. In questi casi non tergiversate e non utilizzate nomignoli per rivolgervi al bambino. “No, non salire sul tavolo!” suona come un ordine, mentre dicendo, ad esempio “No, tesoro, non salire sul tavolo” passerete un messaggio meno diretto e di più difficile decodifica.
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