Può un abbraccio salvare il mondo? Secondo Mata Amritanandamayi, detta Amma sì: e lei è la madre degli abbracci.
Da oltre 50 anni questa donna paffuta coi capelli nerissimi e il viso di bambina, abbraccia le persone. Bambini, anziani, uomini e donne: li stringe in un abbraccio affettuoso e prolungato. Sono oltre 30 milioni le persone abbracciate in questi anni.
La gente si ritrova intorno a lei per meditare e farsi abbracciare, ed per farlo accetta di sopportare file più lunghe di quelle di Expo al padiglione Giappone.
Nata nel 1953, ha iniziato fin da piccola a dispensare abbracci, anche se la legge indiana proibiva di toccare gli uomini. Oggi la sua empatia e la sua spiritualità hanno dato il via ad un’associazione che si chiama Embracing the world: una rete mondiale di sostegno ai meno fortunati. E parliamo di progetti concreti, come il microcredito per le donne, aiuti finanziari a vita per oltre 100 mila vedove che in India sono l’ultimo gradino della scala sociale, ma anche due milioni di pasti gratuti ogni anno, orfanotrofi, oltre 50 mila case per i senza tetto, cure mediche gratuite a migliaia di persone che senza sarebbero morte.
Amma non fa differenze religiose: un abbraccio vale per il cattolico e il musulmano, per l’induista e il buddista. Il concetto fondamentale alla base del suo operato è che l’abbraccio è il modo in cui una madre esprime amore al proprio piccoli e deve essere alla base delle relazioni umane.
Una maternità che non deve avere caratteristiche esclusivamente femminili, ma che deve aiutare anche gli uomini e entrare maggiormente in contatto con i propri sentimenti. Perché, e pensiamoci, mentre la liberazione sessuale ce l’abbiamo già, quando arriverà la liberazione affettiva, che ci permetterà di esprimere i nostri sentimenti in totale libertà?
Se volete incontrarla questo è il momento giusto: da oggi 6 novembre all’8 novembre sarà ospite a Busto Arsizio.
E magari il suo abbraccio vi cambierà la vita…
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