Il bodybuilder Andrea Presti ha fatto un bellissimo gesto per Brayan, un bambino di 6 anni malato di leucemia. Gli ha regalato la sua medaglia d’oro vinta a Las Vegas.
Campione mondiale di bodybuilding regala il suo premio a un piccolo fan
Il campione bresciano si è incontrato con un suo piccolo fan, Brayan, un bambino torinese di 6 anni che soffre di una grave forma di leucemia e con la quale sta combattendo da quattro anni. I due erano in contatto già da diversi mesi, grazie anche a Mattia Villardita, che vestito da Spider-Man fa il volontario in ospedale per rallegrare i bambini.
Il suo amico Andrea si era così interessato al giovane Brayan già da diverso tempo, ma a causa degli intensi allenamenti per partecipare al Mister Olympia tenutosi a Las Vegas non è potuto andare a trovarlo di persona. Andrea Presti ha vinto nella categoria Open Bodybuilding il massimo premio del Mister Big Evolution Pro che gli ha permesso di qualificarsi al trofeo mondiale più importante per i bodybuilders, il Mister Olympia.
Un premio prestigioso dedicato ad un piccolo amico
Per vincere dei premi così importanti in ogni specialità ci vuole un duro e lungo allenamento fisico, aspetto che riguarda sicuramente anche questo bodybuilder.
Per ricevere un premio così ambito, la medaglia d’oro, Andrea ha lavorato duramente sul proprio corpo giorno dopo giorno. Ma ha deciso di donarla a Brayan, come un simbolo di amicizia. “Al di là dei sacrifici e l’impegno per conquistarla, niente poteva competere con la forza e il coraggio di Brayan” racconta Mattia, testimone anche lui di questo incontro speciale.
Per il piccolo Brayan, innamorato di supereroi, il bodybuilder è diventato proprio come Hulk, uno dei suoi personaggi preferiti. Andrea Presti ha condiviso la notizia sui social, dimostrando una grandissima sensibilità, anche nel muscolo più importante di tutto il nostro corpo, il cuore. Come lui stesso ha scritto su Instagram, il giorno in cui ha incontrato Brayan è stato per lui “uno dei giorni più belli ed emozionanti” della sua intera vita.
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