Secondo l’Istat in Italia non ci sono sufficienti strutture comunali e convenzionate per poter accogliere ogni bambino residente in un asilo pubblico.
Per l’ ISTAT solo un quarto dei bambini trova posto all’asilo pubblico
Dai numeri messi a confronto dall’ISTAT risulta che i posti comunali coprono una percentuale pari al 24% dei bambini residenti sotto i tre anni. I numeri variano da regione a regione, il minimo lo si raggiunge in Campania, dove solo il 7,6% dei bambini residenti può essere iscritto al nido comunale.
Come è noto, la possibilità di ottenere un posto in una struttura pubblica varia in base alle graduatorie : a influenzarle sono le caratteristiche del nucleo familiare, come il reddito della famiglia calcolato tramite ISEE.
Talvolta, però, anche le famiglie a basso reddito non riescono tutte ad usufruire del nido comunale per la mancanza di posti. Questa situazione è un momento critico per le donne che devono scegliere quando tornare al lavoro e pagare una retta nettamente più alta di un nido privato o rimanere a casa ad accudire i figli appena nati.
Alti costi per la gestione dei servizi nido pubblici
Dal 2012 si registra un calo delle risorse pubbliche messe in campo per i servizi ai minori, e questo comporta la mancanza di un numero adeguato di strutture pubbliche che possono offrire questo servizio alle famiglie.
I servizi privati hanno un costo più basso per il comune perché quasi interamente a carico degli utenti. Il problema è che nella maggioranza dei casi gli utenti non riescono a sopperire a tali costi, e decidono di optare per altre soluzioni, che comportano affidarsi ad alternative al nido, come la baby-sitter o i nonni.
Un’altra questione significativa che interessa le madri lavoratrici sono gli orari di apertura degli asili che difficilmente coincidono con gli orari lavorativi, altro motivo per cui la madri sono costrette a ricorrere ad un altro aiuto extra per la gestione dei propri figli.
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