È stata annunciata l’istituzione di una nuova figura professionale: quella dell’assistente materna. Tale profilo, in arrivo dal 2024, dovrebbe fungere da vero e proprio aiuto concreto alle neo mamme per i primi sei mesi di vita del neonato.
Il progetto del Governo, che ha puntato su questa figura già nella NADEF 2023, si dovrebbe delineare meglio nei prossimi mesi con chiare caratteristiche e requisiti di formazione che l’assistente materna dovrà avere.
In arrivo l’assistente materna: dal 2024 la nuova figura professionale
Occorrerà attendere ancora qualche mese e poi la figura professionale dell’assistente materna dovrebbe diventare realtà. Il condizionale è d’obbligo perché l’introduzione di questa nuova professione è stata anticipata nella NADEF 2023 del Governo Meloni. Il Governo intende stanziare 100-150 milioni di euro da inserire in Legge di Bilancio, che però deve essere ancora approvata.
Questa importante somma sarà destinata in particolare a preparare e formare professionisti/e che possano ricoprire il nuovo ruolo in maniera impeccabile. L’introduzione di questa occupazione non prevede infatti una specifica Laurea, ma un apposito corso di formazione professionalizzante.
Attraverso tale formazione verranno costruite figure in grado di rispondere a tutti i bisogni di una neo mamma, sottoposta a grande stress nella fase post-partum. Del resto questo ruolo è già previsto e di norma già utilizzato in altri paesi quali la Francia o i paesi nordici.
L’identikit di tale ruolo connesso al mondo dell’infanzia si potrebbe spiegare come quello di un’aiutante anche domiciliare che assista e accompagni ogni neo mamma nei primi sei mesi di vita del proprio bambino. Il supporto che l’assistente materna è chiamata a dare alle madri potrà vertere su più aspetti e toccare molteplici ambiti.
Nelle intenzioni del Governo, queste assistenti non si dovrebbero sovrapporre alle altre figure sanitarie, ma dovrebbero essere in grado risolvere piccoli problemi quotidiani non medici e di fornire supporto contro lo stress post-partum.
Si va da semplici consigli, a vere e proprie iniziative pratiche nella gestione di casa e bimbo. Importante sarà anche il compito psicologico di sostegno che l’assistente materna verrà chiamata a svolgere. Tale figura infatti si impegnerà ad appoggiare ogni novella madre cercando di smorzarne preoccupazioni ed ansie, e stimolando all’opposto uno stato di tranquillità spesso difficile da ritrovare nell’immediatezza del parto.
Perché l’assistente materna e come dovrà operare?
La decisione politica di ricorrere alla figura professionale dell’assistente materna è spiegata anche dall’esigenza di agevolare quelle madri che al giorno d’oggi non hanno più il costante supporto della propria famiglia alle spalle.
Se una volta i primi mesi dopo il parto venivano alleggeriti dall’aiuto concreto di nonne, zie e cugine, oggi le famiglie italiane sono meno numerose e decisamente più distanti. Tale allargamento dei legami induce molto spesso alla necessità di affidarsi a qualcuno, che sia preparato e capace, per la gestione dei primi mesi di vita di proprio figlio.
Il profilo dell’assistente materna in tal senso avrà un rapporto personale e diretto con le mamme che decideranno di beneficiarne. Attraverso presenza fisica, ma anche videocall e telefonate, ogni neo mamma sarà in continuo contatto con la propria specifica assistente, e a quest’ultima potrà porre domande, chiedere consigli o farsi spiegare come cambiare il pannolino o sull’opportunità di fasciare il neonato. L’operatività di queste figure verrà delineata nei tratti più particolari da norme interne alle singole Regioni, con numeri e modalità differenziate a seconda delle singole aree e della densità di ciascuna di esse.
Le critiche di pediatri e Ostetriche
Se da un lato le reazioni di tantissime mamme sembrano approvare caldamente questa novità, lo stesso non si può dire delle associazioni di categoria, come la Fnopo (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica). In una lettera inviata al Ministero della Salute, si esprime la totale disapprovazione sull’introduzione della figura. Nella lettera si legge “pur comprendendo il nobile fine di voler garantire un aiuto alle madri… restiamo sconcertate e indignate di fronte al fatto che il decisore possa immaginare di poter creare nuove figure professionali che vanno tra l’altro a sovrapporsi per competenze a quelle già esistenti“.
Infatti il ruolo dell’ostetrica a domicilio della puerpera è già presente anche in Italia, purtroppo con notevoli diversità di disponibilità tra Nord e Sud: le figure ci sono già, come ci sono già anche le consulenti per l’allattamento, le doula e le puericultrici, tuttavia non si è mai data un’organizzazione centrale (che ad esempio potrebbe essere coordinata dai Consultori Familiari) per sostenere in modo omogeneo tutte le mamme.
La possibilità di avere un aiuto concreto e un supporto personalizzato nei primi delicati mesi di vita del proprio bambino darebbe grande sicurezza a molte nuove madri, tuttavia si potrebbe riflettere anche con le professioni già esistenti su come implementare e migliorare un servizio così importante.
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