Avete presente quell’occhio da triglia su vostro figlio dopo aver passato un pomeriggio coi videogiochi sul divano di casa, uccidendo mostri, completando due o tre campionati di formula 1 o appendendo l’ennesimo scudetto sull’immaginario albo dei campioni?
Non dovrete scavare molto nella memoria per ricordare la ramanzina che ne è seguita, dicendo che avrebbe potuto giocare all’aria aperta e divertirsi molto di più o che avrebbe potuto dedicarsi ad attività sociali ben più edificanti.
Leggendo di una ricerca appena pubblicata in tal senso, potrebbero essere state tutte parole al vento: secondo uno studio, infatti, i videogames non avrebbero solo un effetto negativo sui nostri ragazzi, ma ben potrebbero avere dei risvolti positivi, legati principalmente alla sfera emotiva e di socializzazione.
I videogames rendono più socievoli e intelligenti
La ricerca è stata condotta dalla Columbia Mailman School of Public Health, i cui risultati sono stati pubblicati sulla Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, su un campione di oltre 3000 bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni.
Lo scopo era quello di studiare l’impatto che l’utilizzo dei videogames avesse sulle capacità cognitive, sull’apprendimento, sul rendimento scolastico e sulla socialità dei ragazzi.
Ne è emerso, non senza sorpresa, che un utilizzo dei videogames per circa 5 ore alla settimana portavano a possibilità di più alte capacità intellettive (+1,75 volte) ed elevate competenze scolastiche (+1,88 volte).
Inoltre, i bambini che giocano spesso con i videogames risultano avere meno conflittualità relazionali con i coetanei.
Videogames sì o no?
I risultati appena presentati sembrano – una volta tanto – sdoganare la visione strettamente pessimistica che aleggia attorno ai videogames, da sempre demonizzati come strumento perfetto per l’isolamento e l’asocialità dei ragazzi, per l’obesità infantile, come gabbia dal mondo reale e, non da ultimo, per essere causa di fenomeni epilettici nei ragazzi.
Naturalmente, dobbiamo prendere con le dovute cautele i propagandati effetti positivi dei videogames e, soprattutto, valutarne le modalità con cui li facciamo adoperare dai nostri ragazzi (quanto tempo al giorno? da solo o con degli amichetti? Quali tipi di videogiochi? La sessione di gioco appena conclusa è oggetto di dialogo con noi o con altre persone?)
Nonostante tutte queste premesse, saremo all’antica, ma rimaniamo dell’idea che un pomeriggio trascorso a giocare all’aria aperta, rotolandosi nell’erba, saltando la corda o dondolandosi sull’altalena insieme ai propri amichetti ha un valore educativo e formativo – a nostro avviso – decisamente incomparabile.
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Ora mi sento meglio
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