A che età i bambini smettono di credere a Babbo Natale? Secondo un’interessante indagine, ad opera di uno psicologo dell’Università di Exeter, la magia si spezza intorno agli otto anni.
Credere a Babbo Natale? Ecco quando si smette e perché
Lo studioso ha stabilito che 8 anni è l’età media in cui il bambino capisce che la storia del signore vestito di rosso con la barba bianca e un sacco pieno di doni non è altro che una bella favola. Sapere che dietro ai regali lasciati sotto l’albero si nascondono i genitori e i parenti, però, non aiuta i più piccoli. Per molti bambini, infatti, la scoperta della dura realtà è motivo di vere e proprie sofferenze.
Credere a Babbo Natale: lo studio
Chris Boyle, psicologo presso l’Università di Exeter, ha deciso di volersi concentrare sulla figura di Babbo Natale e sul momento i cui i bambini smettono di credere a questa bella favola. Per fare ciò, lo studioso ha creato un test ad hoc e ha poi raccolto circa 1.200 risposte da persone provenienti da tutto il mondo.
Dall’incrocio dei primi dati è quindi emerso che gli adulti di oggi e i bambini di ieri hanno smesso di credere in Babbo Natale intorno agli otto anni. Questo è il risultato nella media, poi ci sono alcune lievi differenze tra i vari Paesi.
Lo studio ha poi messo in risalto un nuovo dato. Nel 65% dei casi, chi ha detto di aver creduto a Babbo Natale ha anche svelato che aveva avuto sentore della triste verità anche prima della rivelazione da parte dei genitori, proprio con lo scopo di prolungare ancora un po’ ‘la bellissima bugia’.
Boyle ha voluto indagare sulle conseguenze di questa scoperta ed è quindi riuscito a capire che per un terzo degli intervistati la verità sia stata frutto di grandi sofferenze. Fra chi l’ha presa davvero male c’è anche un 15% che ha detto di essersi sentito tradito.
Chi rompe la magia di Babbo Natale?
Boyle ha dichiarato di essersi divertito molto a leggere tutte le risposte fornite dai partecipanti allo studio. Molti ex bambini hanno dichiarato di essere giunti alla verità su Babbo Natale mettendo insieme vari indizi.
Altri hanno puntato il dito contro gli errori commessi dai genitori ed altri ancora, infine, hanno detto di essere stati informati dai fratelli più grandi, parenti, amici o addirittura dalle maestre.
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